Abstract:
Il presente lavoro intende tracciare un quadro sulle nuove prospettive di ricerca interdisciplinare inerenti lo studio dei contenuti della ceramica romana, offrendo ampio spazio alla descrizione e all’applicazione della CG/MS (Gascromatografia associata alla Spettrometria di massa). La prima parte della trattazione è dedicata ad una disamina delle principali metodologie analitiche impiegate per la determinazione dei contenuti dei manufatti ceramici, soffermandosi inizialmente sul contributo offerto dalla relazione che intercorre tra forma e proprietà tecnologico-funzionali degli impasti, focalizzando l’attenzione sulle principali proprietà meccanico-fisiche il cui studio permette di risalire alle tecniche di fabbricazione e alle modalità di utilizzo di determinate forme vascolari di uso quotidiano. Lo studio prosegue illustrando il prezioso apporto offerto dall’epigrafia latina con la lettura dei tituli picti apposti sulle anfore, che forniscono informazioni riguardo il contenuto dei recipienti e i principali centri produttivi. La prima parte dell’elaborato si conclude illustrando l’apporto fornito dall’archeozoologia e dall’archeobotanica per la determinazione dei contenuti nei manufatti ceramici attraverso una descrizione critica di specifici casi di studio. La seconda parte del lavoro è dedicata all’applicazione della Gascromatografia associata alla Spettrometria di massa, evidenziandone la novità e la potenzialità, per la caratterizzazione dei residui organici depositati e assorbiti dalle superfici dal vasellame ceramico di età romana, dopo aver illustrato il metodo diagnostico si è proceduto ad un’analisi critica dello stato ricerca che pone l’accento sul carattere di sporadicità fra le tecniche analitiche applicate in questo tipo di studi e che il materiale ceramico romano sottoposto ad analisi CG/MS si limita ad alcune classi fra cui anfore e vasellame da cucina di produzione africana.