Abstract:
L'oggetto del lavoro di ricerca è la comprensione delle trasformazioni del territorio della località di Mestre attraverso lo studio dell'evoluzione storica e sulla base delle sue specificità, considerando il paesaggio d'acque caratterizzato dalla laguna e dai numerosi corsi interni. L’importanza del sito è dimostrata dal fatto che Mestre, nell’antichità, è stata più volte rifondata; la posizione geografica “strategica” riguarda non solo il suo trovarsi nel preciso punto di incontro tra terraferma e laguna (centro di irradiazione delle attività commerciali), ma anche il fatto di essere stata una tappa intermedia della via Annia che conduceva, in epoca romana, ad Aquileia. In tutti quattro i capitoli della tesi viene analizzato il rapporto con Venezia che inizialmente era costituito da uno scalo commerciale, diventando poi essenziale nel sistema difensivo di terraferma della Repubblica. Sono state quindi due le funzioni principali di Mestre nel suo passato: commerciale e militare. Venezia è sempre intervenuta direttamente con opere per l’uso delle acque, con la creazione, ad esempio, del Canal Salso (collegamento diretto tra le due località) e del porto in piazza Barche. La realizzazione del Castelnuovo è invece l’esempio del sistema difensivo di Venezia. Tutti i forti militari decadono alla fine della Grande Guerra e saranno utilizzati come punti di riferimento per l'espansione novecentesca. Mestre tardomedioevale è quindi un borgo alle mura del “castello” ed è inserita in una realtà che rimarrà prevalentemente agricola fino all'arrivo delle prime industrie. Analizzato brevemente il contesto medioevale e moderno viene poi approfondita l’età contemporanea. Lo sviluppo Ottocentesco si basa su tre dimensioni: militare, economico-produttiva e quella relativa alla costruzione delle prime infrastrutture (ferrovie, assi viari). La scomparsa dei canali dal tessuto urbano, l’arrivo della ferrovia che produce uno squilibrio nella crescita della città e l’inizio dell’industrializzazione avranno come conseguenza la perdita del volto antico e uno smarrimento identitario anche a causa della fusione amministrativa con Venezia nel 1926 (viene soppressa l’autonomia del comune di Mestre che viene accorpata al comune di Venezia). La richiesta degli industriali della creazione di un porto non insulare, ha come epilogo Porto Marghera; la nuova espansione di Venezia sulla terraferma è la conseguenza del progetto “Grande Venezia” (1926) che prevedeva l’industrializzazione e la residenza dell’eccedenza della popolazione sulla terraferma. Il progetto specifico di Porto Marghera prevedeva un ampio porto commerciale, un porto industriale, una zona industriale e un quartiere urbano. Si assiste quindi ad una fusione urbanistica di Mestre con Marghera e Mestre diventa la grande periferia di Venezia che, in seguito al nuovo ponte stradale sulla laguna, si espande ancora di più nella direzione di Venezia. Il terzo capitolo si occupa interamente dell’ età industriale illustrando i tre grandi interventi di pianificazione e costruzione che riguardano Porto Marghera e la progettazione del quartiere urbano, analizzando così le cause dell’esplosione demografica che ha interessato Mestre lungo tutto il Novecento e in tutte le direzioni. La mancanza di coordinamento tra i diversi interventi, la speculazione e il primissimo piano regolatore del 1925 rimasto privo di efficacia esprimono una situazione complessa e di crescita disordinata. Nel 1934 il bando per il primo effettivo piano regolatore e il relativo progetto è del 1937 (che prevede anche un tentativo di risanamento). Vengono anche illustrati i due piani di ricostruzione (1946 e 1950) e il piano regolatore generale di Venezia approvato nel 1962 il quale si allinea alle ipotesi precedenti. L’ultima fase di pianificazione urbanistica di Mestre, ha inizio con il nuovo PRG (1995-2005) ed è ancora in corso.