Abstract:
Il termine identità, con i nazionalismi e la spinta alla globalizzazione, è stato reinterpretato nella sua connotazione antropologica e considerato sempre più in maniera costruttivista: l’identità è vista come “inventata”, generata dai gruppi nel rapporto noi/altri e, molto spesso, dalle politiche localistiche nella rivendicazione di diritti o nell'accesso alle risorse.
Il Cadore e i cadorini vantano la storia di una comunità basata sull'autonomia territoriale e sulla proprietà collettiva, dotata di un idioma tutelato, sconvolta dall'evoluzione socio-economica degli anni post bellici: prima in positivo, generando benessere soprattutto economico, poi in negativo, contribuendo alla dispersione di gran parte delle abitudini e stili di vita degli abitanti. La L.R. 482/99 sulla tutela delle minoranze linguistiche e l’inserimento delle Dolomiti nella Lista della Convenzione Unesco 1972 sul patrimonio culturale e naturale dell’umanità hanno toccato le zone di montagna di tre regioni – il Friuli-Venezia Giulia, il Trentino Alto-Adige, e il Veneto con la provincia di Belluno – con esiti diversi.
Analizzando i caratteri salienti della “cadorinità” riportati dalle fonti storiche e desunti dalle interviste agli abitanti dell’area dolomitica, questo lavoro intende indagare quale sia la percezione dell’identità tra i cadorini di oggi e interrogarsi sul ruolo che la tutela giuridica può svolgere nella costruzione identitaria e nello sviluppo socio-economico e culturale dell’area dell’Alto bellunese.