Abstract:
Come nasce una nuova prassi nel sociale? E come avviene il suo riconoscimento a livello istituzionale?
L’agricoltura sociale è una pratica innovativa che unisce due mondi, quello sociale e quello agricolo; da un lato offre risposte al territorio locale e dall’altro sviluppa nuove possibilità per un welfare inclusivo a costi ridotti. Questa pratica, nata dal basso e su cui si è da poco legiferato a livello nazionale, stimola il dialogo tra diverse figure professionali (agricoltori, educatori, medici, operatori sociali, ecc..) e crea nuovi luoghi d’incontro multidisciplinari per sensibilizzare la cittadinanza sul tema dell’inclusione sociale e dell’agricoltura, molto spesso biologica, a km zero.
La tesi ha l’intento, attraverso uno studio di caso, di far emergere come una realtà possa “sconfinare”, ovvero può modificare internamente i propri confini organizzativi se stimolata dal mondo esterno e può giungere a sua volta a “pro-vocare” le istituzioni, ottenendo così il riconoscimento di nuove prassi come quelle di agricoltura sociale. Ciò è possibile se e laddove gli operatori “al confine” si fermano ad osservare e a riflettere sulle richieste e sui bisogni che percepiscono attorno a loro, avendo il coraggio di mettersi in discussione così da inventare nuove vie e seminare nuovi frutti.