Abstract:
Il presente studio vuole analizzare il contesto dell’arte contemporanea in un ambito decentrato rispetto alle altre grandi città artistiche, come Ferrara e vuole indagare il periodo storico tra gli anni ‘60 e ‘90 del novecento, lasso di tempo nel quale ha operato, a capo delle Gallerie dell’arte moderna e contemporanea, il maestro Franco Farina. L’ex direttore, in un periodo durato trent’anni (dal 1963 al 1993), ha compiuto a Ferrara un’instancabile operazione di divulgazione di artisti e opere d’arte contemporanee, in una città che fino a quel momento doveva la sua fama a epoche storiche precedenti, come il Rinascimento. Farina ha avuto il merito di far rivivere il fasto del Palazzo dei Diamanti dandogli una nuova destinazione d’uso, cioè trasformandolo in un perfetto contenitore museale, nel quale ha allestito una quantità considerevole di piccole e grandi mostre, che lo hanno reso uno dei luoghi più rappresentativi per l’arte contemporanea in Italia e all’estero. Lo scopo dello studio è indagare quali conseguenze abbia prodotto una tale operazione culturale sul pubblico e sulla città e quanto sia stata determinante per la divulgazione dell’arte contemporanea in un ambito così decentrato. Attraverso lo studio del contesto storico-artistico della città è possibile comprendere qual era il livello di diffusione degli artisti contemporanei e analizzando l’intero corpus di mostre di cui Farina fu il promotore, si riesce a stabilire il tipo di ricaduta che la città ha subito.