Abstract:
Il nuovo millennio ha portato in Marocco la salita al trono di Mohammed VI e la speranza di un futuro migliore. Iniziative da lui promosse come la riforma della Moudawwana (Codice della Famiglia) e la creazione del IER (istanza sulla violazione dei diritti umani perpetuati dall’indipendenza al 1999), hanno segnato una rottura con il passato e soprattutto con gli anni di piombo, pagina nera della storia del Marocco. Una maggiore libertà di espressione si riflette anche nell’ambito intellettuale ed artistico: la letteratura esplora temi considerati fino ad allora tabù e, in ambito musicale, nasce la Nayda, movimento caratterizzato dal proliferare di giovani artisti che si esprimono attraverso nuovi generi musicali.
“Il y a un espoire au Maroc. Une petite Movida de Nayda. Une étincelle. Une ferveur. Une tension. Une regard franc qui vient” scrive Abdellah Taïa in Lettre à un jeune marocain, accostando la Nayda alla speranza e ad uno sguardo sincero sulla realtà. Tuttavia, nonostante i notevoli cambiamenti, il Marocco si muove sotto l’occhio attento del Makhzen, (apparato securitario legato al potere monarchico), che tende a cooptare oltre le forze di opposizione anche gli artisti (Laachir 2013). Come si articola dunque il rapporto fra espressione artistica e potere?
Scopo della ricerca é rispondere a questa domanda attraverso l’analisi della Nayda e i suoi protagonisti. La scelta della Nayda, e della musica rap in particolare, é stata fatta per due motivi principali: in primo luogo, la musica rap veicola facilmente dei messaggi attraverso l’uso del darija (dialetto arabo marocchino e lingua compresa dalla maggior parte della popolazione). In secondo luogo, sopratutto dal 2011, i rapper del movimento hanno attirato l’attenzione del regime in modo più netto rispetto a esponenti di altri generi musicali.
La ricerca partirà da una riflessione antropologica e politica basata sui testi di Hammoudi, Tozy e Storm, per capire gli equilibri di poteri che caratterizzano il Marocco e sorreggono il Makhzen.
Seguirà un’ analisi della politica culturale messa in atto dall’indipendenza ai giorni d’oggi attraverso i lavori di esperti tra cui Touzani e Massaia.
Attraverso l’analisi qualitativa dei testi di canzoni e delle interviste ai protagonisti della Nayda, la parte empirica di questo elaborato avrà come obiettivo quello di descrivere la tensione fra gli artisti e il regime e, alla luce di questa, la posizione che gli artisti scelgono di prendere in un ambiente ostile alle espressioni di contestazione.