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L'interesse per le zone franche sta continuamente aumentando, nonostante i processi di omogeneizzazione fiscale e doganale avanzino rapidamente, grazie all'operazione del WTO.
Le tipologie prevalenti sono principalmente tre: le zone franche doganali, le zone franche urbane e le zone a burocrazia zero.
Nella prima, l'elemento caratteristico è la concessione di agevolazioni fiscali ai vari Stati, da parte dell’Unione Europea, con diversi obiettivi: aumentare il commercio internazionale, diminuire la disoccupazione e velocizzare lo sviluppo economico.
Nella seconda, l’elemento che le caratterizza è la concentrazione di programmi di defiscalizzazione per la creazione di micro e piccole imprese, allo scopo di favorire lo sviluppo economico e sociale di quartieri ed aree urbane caratterizzate da disagio sociale, economico ed occupazionale.
Infine, nella terza tipologia, inizialmente prevista solo per il Meridione d’Italia, l’elemento predominante è la riduzione degli oneri burocratici, ritenuti una delle principali cause della scarsa ripresa dell’economia italiana.
I casi considerati confermano l'importanza che una zona franca può avere nei processi di sviluppo economico: nel caso di Marsiglia, l’aspetto caratterizzante è la definizione di benefici, soprattutto fiscali, limitati alle imprese localizzate in determinati quartieri o aree, che siano in possesso di certi requisiti.
Nel caso di Venezia, invece, l’elemento fondamentale è dato dal fatto che le operazioni sono semplificate, anche burocraticamente, in quanto l’intera area è direttamente sotto la vigilanza della Dogana.
Affinché la zona franca possa essere catalizzatore di sviluppo, sono necessari principalmente buona qualità delle infrastrutture, ottimo coordinamento tra politiche locali, regionali e nazionali, strategie di marketing mirate, cooperazione tra imprese. |
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