Abstract:
Il mio lavoro di tesi si propone di analizzare da un punto di vista storico-giuridico il cd. principio della Responsabilità a proteggere (R2P); L’espressione “responsibility to protect” è stata presentata per la prima volta nel rapporto della Commissione sull'Intervento e sulla Sovranità dello Stato (ICISS), istituita dal governo canadese nel dicembre 2001. La Commissione venne costituita in risposta alla richiesta di Kofi Annan, allora Segretario Generale delle Nazioni Unite, per trovare una soluzione ai crimini contro l'umanità e il futuro ruolo della comunità internazionale.
Con il rapporto "Responsibility to protect", la Commissione ha rilevato che la sovranità non solo dà allo Stato il diritto di "controllare" i propri affari, ma gli conferisce una maggiore "responsabilità" per la protezione delle persone all'interno dei suoi confini. La Commissione quindi propose che nel caso in cui uno Stato non fosse stato in grado di proteggere il suo popolo, per mancanza di capacità o di volontà (unable or unwilling states), allora la responsabilità sarebbe caduta sulla comunità internazionale nella sua più estesa accezione.
il precautionary principle della Responsibility to protect sarà poi approvato come atteggiamento generale per la comunità internazionale dai lavori del Comitato per le Minacce ad Alto Rischio (2005), sempre istituito da Kofi Annan; il Comitato ha proposto in via definitiva alcuni criteri fondamentali che legittimino l'autorizzazione dell'uso della forza da parte del Consiglio di sicurezza dell'ONU, criteri i quali comprendono la gravità della minaccia, l’intervento considerato come l'ultima risorsa necessaria e che tenga conto del principio di proporzionalità della risposta.
Nel lavoro di tesi inoltre si affronta la Responsabilità di proteggere dal punto di vista della sovranità statale, sviscerando il movente morale che ha comportato il cambio di direzione dopo le crisi in Rwanda e Kosovo. Infatti la questione dell’ uso della forza e dell’ingerenza nella sovranità statale da parte di terzi rendono l’ applicazione della responsabilità di proteggere complessa. Sottolineando la responsabilità di ogni stato della comunità internazionale nei confronti degli individui, si pone una profonda questione a livello del diritto internazionale e delle scienze politiche.
Un’ altra problematica sollevata dal mio lavoro di tesi riguarda la questione di autorità decisionale delegata al Consiglio di Sicurezza: infatti non sarebbe previsto dal diritto internazionale l’arbitrio del CdS nell’ autorizzare a uno o più stati l'intervento armato nei confronti di terzi. Il potere di veto dei membri del Consiglio di Sicurezza,applicato più volte in situazioni di estrema crisi, rende tutt’altro che immediata l'applicazione della Responsibility to protect.
Il lavoro quindi analizzerà il caso russo, ovvero come la Federazione Russa membro permanente del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, di volta in volta abbia risposto all’ invocata Responsabilità di proteggere, sia considerando il suo diritto di veto, sia il suo reale intervento.
Si prenderanno in considerazione i conflitti in Georgia, Libia e Siria, commentando come si sia rivelato controverso dare applicazione al principio in riferimento ad un intervento.
L’elaborato cercherà in conclusione di porre un quesito riguardo alla reale applicabilità della Responsabilità di proteggere e alla sua effettiva convenienza per la soluzione dei conflitti internazionali e protezione degli individui da gravi violazioni dei diritti umani.