Abstract:
Questo lavoro vuole essere un tentativo di comprensione di alcune dinamiche storiche e sociali del villaggio di Doghlauri, un luogo della regione Shida-Kartli, nella Georgia centrale, in cui gli orizzonti valoriali di due gruppi resi etnicamente distinti dalle retoriche nazionaliste degli ultimi vent’anni cozzano e si intrecciano a discorsi politici ed economici più ampi, inserendosi nello scenario che Kaldor chiama de “le nuove guerre” e che Jourdan, riprendendo l’espressione di Richards, definisce situazioni di “no peace no war”.
Nella tesi affronto dunque alcune questioni riguardanti i conflitti degli anni Novanta e la costruzione dell’identità georgiana in relazione al contesto di Doghlauri, un “terzo paesaggio” su cui si dispiegano narrative contrastanti, di processi di de-territorializzazione e di ri-territorializzazione forzati e volontari, nel quale le retoriche del non essere e del non avere niente, la nostalgia dei villaggi natii del Sud Ossezia tra i dislocati, si intersecano e si scontrano con la geografia e con le biografie degli abitanti che vivevano a Doghlauri prima della guerra del 1991.