Abstract:
Questa tesi nasce dalla realizzazione di un sogno, dopo aver trovato qualcosa che avevo smesso di cercare …
La scuola per richiedenti asilo e rifugiati dell’associazione Asinitas onlus è uno spazio in cui si tenta di rendere fertile la crisi dell’arrivo, consapevoli che la cura della sfera affettiva accompagna quella della sfera cognitiva.
Utilizzando la tecnica dell’osservazione partecipante, questo scritto si propone di dimostrare come è possibile fare innovazione sociale utilizzando come strumento la lingua. Viene presentato un modo di fare scuola che si traduce in un modo di fare società Si propone il metodo dell’educazione attiva utilizzato dalla scuola di italiano di Garbatella come esempio di accoglienza non assimilazionista.
Che significa accogliere attraverso la lingua? Vuol dire piantare la vecchia radice e farla rinascere. Non si sa se il terreno della società sarà adatto a far diventare quella radice una pianta e poi un albero da cui poter cogliere buoni frutti. Ma quel che è certo è che non si può avere un buon raccolto senza una buona semina.
È mio intento dimostrare il potere del linguaggio che troppo spesso viene ridotto ad un mero codice di significazioni e privato del suo corpo vivo. A differenza dei manuali di italiano che si limitano ad un uso funzionale della lingua, (una forma di discriminazione che appiattisce la persona migrante come portatrice di bisogni ) in questi spazi si guarda alla lingua come strumento che permette l’incontro fra persone.
All’interno di una città come Roma che in questo momento non si contraddistingue per le sue pratiche di accoglienza, c’è una realtà positiva esempio di una buona pratica sociale che lavora dal basso.