Abstract:
La comunità di ss Giovanni e Paolo nell'attuale sede si stanzia nel 1810. Il decreto napoleonico del 1810 chiude gli ultimi due conventi domenicani a Venezia (zattere e ss Giovanni e Paolo) ma bello stesso anno il padre Emanuele Lodi (futuro vescovo di Udine) riesce a rimanere nella basilica dei ss Giovanni e Paolo come nuovo parroco della neonata parrocchia.
Nel corso degli anni i domenicani hanno accumulato vari libri sia da donazioni che da acquisto dei singoli frati senza mai avere spazi ed energie per creare una vera e propria biblioteca; molte le acquisizioni per incameramento dei libri che i singoli frati hanno ad usum e che alla loro morte confluiscono nella biblioteca conventuale, in taluni casi di accorpamento di biblioteche di conventi soppressi (riscontrabile solamente Lugano). Tutte queste operazioni furono fatte senza una chiave catalografica o con una visione precisa quindi si creò una situazione più simile ad un deposito di materiale bibliografico che ad una biblioteca e casi di doppioni non furono pochi. Nel finire del XX secolo con l’arrivo in convento di P. Angelo Maria Caccin si iniziò a pensare alla creazione di una biblioteca domenicana con particolare interesse l’ambito artistico locale; sempre con l’arrivo di P. Caccin furono portati una quantità non insignificante di libri su Milano e sul convento di Santa Maria delle Grazie in Milano. Tuttavia alla sua morte il processo svanì ed i libri continuarono ad accumularsi. Nel 2014 P. Massimo Mancini decise di iniziare a creare una biblioteca di teologia, filosofia e storia.
Lo scopo della tesi è di inventariare, ordinarli secondo un prospetto catalografico/topografico elaborato con l'Ordine, per effettuare ciò si è dovuto analizzare le materie trattate e trovare una giusta chiave di collocazione che rispecchiasse le esigenze della comunità di frati che andranno ad usufruire tale biblioteca, quindi si è prima pensato di trovare delle macro-aree logico-spaziali che rispecchiassero anche la divisione dei locali e successivamente, confrontando vari esempi di catalogazione presenti in varie biblioteche dell’Ordine dei Predicatori (Roma, Bologna, Milano) sia parlando di persona con vari bibliotecari dell’ordine stesso si è pensato di creare un sistema nuovo di collocazione che rispecchiasse in parte il tradizionale metodo decimale usato dalla biblioteca del Congresso, ma che fosse realmente adatto alla tipicità della biblioteca di frati domenicani, di un convento posto in una città come Venezia con tutte le sue caratteristiche e peculiarità. Dopo di ciò si è iniziato ad inventariarli e poi catalogarli.
In conclusione si è deciso di ricostituire la storia della biblioteca anche analizzando le informazioni apparse tramite la catalogazione.