Abstract:
All’interno del complesso tracciato della miniatura petrarchesca, un vero e proprio unicum è costituito dal codice conservato alla Biblioteca Queriniana di Brescia sotto la segnatura Inc. G.V. 15. Il volume, esemplare della princeps delle opere volgari del poeta (stampate a Venezia nel 1470), rappresenta il solo Canzoniere in cui i fragmenta siano stati interamente accompagnati da un impianto figurativo.
L’incunabolo, decorato da un letterato di fine XV secolo – identificato da alcuni con Antonio Grifo, altrimenti definito Dilettante Queriniano –, è stato studiato finora quasi solo nei suoi aspetti filologici e storici-artistici, ma merita di essere valorizzato anche nel suo sapiente incontro di poesia e pittura; le immagini che arricchiscono le pagine, analizzate nel loro relazionarsi al testo, rivelano infatti di non limitarsi ad un lavoro puramente ornamentale, ma di essere tramite dell’esegesi del loro autore. Configurando così un innovativo e prezioso caso di illustrazione interpretativa, l’anonimo si dimostra capace di tradurre i versi di Petrarca in un eloquente commento, sempre godibile e mai semplicistico, «[…] non pinto, ma vivo» (Rvf, CLI, v. 11).