Abstract:
La tesi prende l’abbrivio dalla necessità di riflettere sulla tematica del lavoro forzato, un fenomeno con radici storiche profonde ma tutt’ora presente nel tessuto sociale.
L’elaborato, nel tentativo di perimetrarne il concetto, ricorre all’analisi degli istituti affini secondo una prospettiva storiografica e normativa.
La ricerca palesa come lavoro forzato, servitù e schiavitù non costituiscano sinonimi, ma abbiano caratteristiche autonome, il cui discrimine poggia sul diverso grado di sfruttamento della vittima.
Nel prosieguo, dopo un rapido background su alcuni dati forniti dall’OIL – nelle stime globali del 2005 e del 2012 e nel rapporto Profits and Poverty: the Economics of forced labour del 2014 – e illustrata la strategia portata avanti dall’organizzazione per il periodo 2012-2015, la tesi prende in analisi due recenti strumenti OIL: il Protocollo n. 29/2014 relativo alla Convenzione sul lavoro forzato del 1930 e la Raccomandazione n. 203/2014 sulle misure complementari per la soppressione effettiva del lavoro forzato.
Il percorso seguito permette di concludere che, ancora oggi, il sistema normativo in materia non risulta sufficiente a garantire una completa ed efficace eradicazione del lavoro forzato e che risulta quanto mai urgente l’attuazione degli standards elaborati dall’OIL.
Consci del fatto che il problema possa avere un rimedio effettivo, ma che a tal fine serva qualcosa di più di quanto fatto sinora, l’elaborato si permette di suggerire qualche rimedio ulteriore.