Abstract:
Il lavoro si propone di indagare la presenza di figure contadine, popolari e della vita comune nelle rappresentazioni pittoriche cinquecentesche in Venezia e in special modo nei suoi domini di terraferma. A partire da esempi di Lorenzo Lotto, Girolamo Romanino e Pordenone si intende rilevare una certa marginalizzazione di simili figure all’interno del panorama artistico rinascimentale italiano, complici i testi di teoria e critica dell’arte e i sempre più intransigenti richiami ad una maniera codificata del fare pittura. In un territorio come quello veneziano alla sua massima espansione, dove le influenze (artistiche, religiose, …) dal mondo tedesco si fanno sentire più forti, è interessante rilevare un maggior affondo negli aspetti più realistici del vivere umile, i cui protagonisti assumono dunque caratteri meno idealizzati. Il mondo artistico d’Oltralpe, testimone dei fatti di rivolta contadina e di diffusione del protestantesimo, ci appare infatti più incline alla raffigurazione delle classi povere. Tramite l’analisi e il confronto iconografico tra opere di differenti autori e provenienze si vogliono pertanto gettare le basi per un discorso sui moventi di una simile marginalizzazione.