Abstract:
Questo lavoro si pone lo scopo di analizzare la rappresentazione delle Metamorfosi di Ovidio negli affreschi delle ville venete del Cinquecento e vuole dimostrare come, alla guida della scelta dei soggetti da rappresentare da parte dei committenti, ci fosse un criterio di semplicità, contrariamente a quanto buona parte della critica tende a voler dimostrare. Tale criterio si basa sulla popolarità del soggetto, e quindi sulla sua eloquenza, che lo rendeva facile veicolo di trasmissione di valori cari alla famiglia committente, e, soprattutto, sul legame tra la popolarità di tali episodi e la loro appartenenza ai primi capitoli dell'opera (il committente non aveva la pazienza né l'esigenza di passare in rassegna l'intero volume alla ricerca degli episodi più significativi per la sua storia personale ma si fermava a quanto di significativo era contenuto all'interno dei primi libri). Il tutto deve essere considerato all'interno di un sistema di simboli codificati e familiari ai componenti della elite culturale media del Rinascimento, e calati nel contesto particolare delle ville venete, ambienti in cui vigeva una morale diversa e più libera rispetto a quella propria del contesto urbano.