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La gestione del rischio di credito è un argomento che negli ultimi anni ha suscitato un grandissimo interesse. Ciò è avvenuto sia perché questo è il rischio che affligge maggiormente le banche e, di conseguenza, si è avvertita sempre di più la necessità di possedere dei buoni modelli per misurarlo, sia perché è uno dei rischi più difficili da quantificare. Il lavoro di tesi risulta così strutturato.
Nella prima parte, si va ad affrontare, da un punto di vista teorico, quelli che sono i principali modelli che nel tempo sono stati sviluppati per valutare e gestire il rischio di credito e che ancora oggi vengono utilizzati dagli istituti bancari. Per fare ciò si passa anche attraverso una breve descrizione delle due metodologie di rating previste da Basilea II, standard ed interna, e attraverso poi la definizione delle componenti del rischio di credito: PD, LGD, EAD e Maturity.
Nella seconda parte, invece, ci si va a focalizzare sui contratti derivati, nello specifico su quelli negoziati nei mercati fuori borsa, in quanto più esposti al rischio di credito. In questo secondo capitolo, oltre a descrivere alcuni tipi di swap, andremo anche ad analizzare dei modelli di pricing utilizzati per definire il prezzo di questi contratti.
Nella terza parte, infine, vedremo l’applicazione empirica di questi concetti nella valutazione di alcuni swaps. In particolare, si vuole analizzare se nel pricing di questi contratti siano stati stimati in modo corretto il rischio di credito e il capitale da accantonare e, di conseguenza, se sia stato applicato uno spread “coerente” con essi. |
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