Abstract:
L'obiettivo di questo lavoro è quello di verificare l’esistenza o meno un modello cinese di aiuti ai paesi in via di sviluppo, se questo sia nuovo, e verificarne il suo impatto sui paesi beneficiari.
Nella prima parte, lo studio fornisce una panoramica su ciò che sono i foreign aid, seguita da una breve introduzione sugli aiuti occidentali e cinesi, concentrandosi sulle origini di questi ultimi e i suoi sviluppi a partire dall’età maoista. Il primo capitolo riporta altresì l'impatto degli aiuti cinesi sui media occidentali citando alcuni giornali internazionali. Tra i tanti, è grazie a un articolo del l’Espresso del 28 Aprile 2011 intitolato “(I cinesi) Si Stanno rubando l’Africa che questo studio ha iniziato, diversi anni fa, a prender forma.
Trasferitami in Cina per motivi lavorativi, mi è stato più semplice reperire quotidiani stranieri e cercare di analizzare anche l’altro punto di vista. Il primo capitolo si conclude con un’analisi comparativa tra i due Libri Bianchi cinesi: gli unici due documenti rilasciati dal governo di Pechino, rispettivamente nel 2009 e nel 2014, su cui si dichiara per la prima volta la quantità, i settori e la distribuzione degli aiuti cinesi nel mondo.
Nella seconda parte della tesi, vengono introdotti gli enti governativi cinesi che elargiscono i finanziamenti e alcuni tipi di finanziamenti utilizzati dalla Repubblica Popolare Cinese per sovvenzionare i paesi in via di sviluppo: prestiti agevolati, sovvenzioni, prestiti a tasso zero, riduzione del debito, export buyers’ credit, suppliers’ credit, natural resource-backed loans e linee di credito. Questi vengono poi messi a confronto con le regole internazionali e le norme che gestiscono gli aiuti stranieri, strutturate dal Development Assistance Committee (DAC) dell’ Organisation for Economic Cooperation and Development (OECD), un gruppo di 34 paesi di cui la Cina non fa ancora parte.
La parte centrale del secondo capitolo analizza poi quattro case studies: due regioni in Africa (Gana e Mozambico), una in Sud America (Cambogia) e una nel Sud-Est Asiatico. L’obiettivo è descrivere i diversi tipi di aiuti cinesi in quelle regioni dal campo delle infrastrutture al campo agricolo a quello medico e i loro effetti sulla popolazione locale.
Nel capitolo terzo, ripercorrendo i case studies presentati, si presentano le motivazioni per cui si sostiene che la Cina stia aiutando i paesi in via di sviluppo, altresì si avanza l’ipotesi di un modello cinese della “South South Cooperation”. Si riassumono quindi gli strumenti cinesi utilizzati, come operano, quali sono le sue forze, le sue debolezze e cosa li renderebbe un modello per la comunità internazionale. Per la prima volta emerge un modello con caratteristiche prettamente cinesi efficace al miglioramento della qualità di vita dei paesi beneficiari.
Questo lavoro spera di offrire a un pubblico più vasto un primo sguardo sugli aiuti esteri cinesi, e quindi dare un piccolo contributo alle troppo poche ricerche disponibili in questo campo. Suggerisco che uno studio più longevo e sul campo aiuterebbe questa ricerca ad ottenere risultati migliori.