"Studio tecnico e analitico delle tecniche murali a tempera nella pittura settecentesca: il caso delle pitture di villa Pace a Tapogliano (Ud)"

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dc.contributor.advisor Izzo, Francesca Caterina <1982> it_IT
dc.contributor.author Trevisan, Ilaria <1989> it_IT
dc.date.accessioned 2015-02-23 it_IT
dc.date.accessioned 2015-07-04T14:51:25Z
dc.date.issued 2015-03-12 it_IT
dc.identifier.uri http://hdl.handle.net/10579/6486
dc.description.abstract Nell’ambito delle tecniche artistiche è cresciuto negli ultimi decenni l’interesse verso la tecnica a tempera mista che prevede l’utilizzo di materiale proteico associato ai classici leganti quali uovo, latte etc. Tale tecnica viene tradizionalmente associata al XIV secolo ma numerose sono le testimonianze del suo uso anche oltre il periodo citato. L’uso della tempera mista era infatti comune in epoca medioevale ma se ne trova testimonianza anche nei preziosi succhi d’erba risalenti al 1700 in ambito Friulano e in diverse opere riguardanti dipinti su tavola ed altri supporti prodotti da artisti sempre di epoca Ottocentesca. Lo scopo del presente lavoro di tesi è di valutare l’utilizzo della tempera a colla anche oltre il XIV secolo erroneamente considerata per molto tempo scomparsa. Punto di partenza di questo lavoro di testi sono le tempere murali di villa Pace a Tapogliano (UD) di inizio ‘800, dove si ipotizza che alla tradizionale tecnica ad affresco in realtà sia stata preferita una pittura a secco con leganti di tipo proteico. La prima fase del lavoro ha visto una caratterizzazione dei campioni prelevati da villa Pace finalizzate ad una migliore comprensione degli elementi costitutivi l’intonaco e i pigmenti, e per confermare l’effettiva presenza di una componente organica. I campioni sono stati analizzati tramite: Fluorescenza a Raggi X (XRF), Spettroscopica Infrarossa in modalità FTIR e ATR, e osservati al Microscopio Ottico (MO) ed Elettronico a Scansione (SEM) associato a sonda per l’analisi elementare (EDS). La successiva parte del lavoro ha riguardato la preparazione in laboratorio di provini, su supporto murario ad intonaco, in base a ricette raccolte nel corso dei secoli da pittori e restauratori riguardanti la tecnica a tempera. Particolare attenzione è stata data alle ricette che prevedevano l’utilizzo della colla animale, utilizzando come fonte vari testi scritti, tra cui antichi ricettari, trattati e manuali di restauro soprattutto del XVIII e XIX secolo, cercando inoltre di rispettare le ricette, le dosi e le metodologie di applicazione ove possibile. Ogni ricetta è stata preparata utilizzando i tre colori fondamentali (blu, rosso e giallo) per poterne studiare il diverso comportamento ed effetto ottico dopo l’essicazione. In questo caso si è scelto di usare il blu cobalto, un ossido di ferro rosso e un ocra gialla poiché sono tutti e tre dei colori che potevano essere eventualmente utilizzati da un artista dell’800. Tutte le stesure a tempera sono state sottoposte ad un trattamento di invecchiamento artificiale (termico, lampade solari ed umidità) per studiarne le relative alterazioni legate alla natura del legante, attraverso indagini colorimetriche e osservazioni al microscopio ottico in luce riflessa ed UV. Alle osservazioni al microrscopio sono state associate indagini termiche (TGA) e staining test per l’identificazione dei leganti organici (con Sypro RubyTM, Naphtol Blue Black, Fast Green e il reagente di Ehrlich), sia su campioni tal quali sia su sezioni lucide. I risultati ottenuti sono stati interpretati e confrontati con i dati di letteratura al fine di individuare le metodologie più idonee da utilizzarsi per l’analisi dei campioni reali, che presentano spesso quantità esigue di materiale proteico e confermare l’effettivo utilizzo di tempere a colla anche oltre il XIV secolo. it_IT
dc.language.iso it_IT
dc.publisher Università Ca' Foscari Venezia it_IT
dc.rights © Ilaria Trevisan, 2015 it_IT
dc.title "Studio tecnico e analitico delle tecniche murali a tempera nella pittura settecentesca: il caso delle pitture di villa Pace a Tapogliano (Ud)" it_IT
dc.title.alternative it_IT
dc.type Master's Degree Thesis it_IT
dc.degree.name Scienze chimiche per la conservazione e il restauro it_IT
dc.degree.level Laurea magistrale it_IT
dc.degree.grantor Scuola in Conservazione e Produzione dei Beni Culturali it_IT
dc.description.academicyear 2013/2014, sessione straordinaria it_IT
dc.rights.accessrights closedAccess it_IT
dc.thesis.matricno 824275 it_IT
dc.subject.miur it_IT
dc.description.note it_IT
dc.degree.discipline it_IT
dc.contributor.co-advisor it_IT
dc.date.embargoend 10000-01-01
dc.provenance.upload Ilaria Trevisan (824275@stud.unive.it), 2015-02-23 it_IT
dc.provenance.plagiarycheck Francesca Caterina Izzo (fra.izzo@unive.it), 2015-02-16 it_IT


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