dc.contributor.advisor |
Coro', Giancarlo |
it_IT |
dc.contributor.author |
Lullo, Simona <1988> |
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dc.date.accessioned |
2015-02-11 |
it_IT |
dc.date.accessioned |
2015-07-04T14:51:07Z |
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dc.date.issued |
2015-02-26 |
it_IT |
dc.identifier.uri |
http://hdl.handle.net/10579/6444 |
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dc.description.abstract |
Il lavoro è suddiviso in sei capitoli attraverso il quale si cerca di illustrare la realtà delle aziende che si occupano della produzione e della commercializzazione di oggetti in vetro di Murano. L’azienda che viene analizzata più da vicino a partire dal primo capitolo si chiama Classic Light. Dopo un’attenta presentazione di quest’ultima viene analizzato il distretto di Murano. L’analisi che viene svolta nel primo capitolo permette di verificare quali siano le strategie che rendono possibile il successo competitivo, ovvero quali siano le caratteristiche delle imprese ‘vincenti’. Analoga analisi viene poi estesa a livello di realtà distrettuale. Dopo aver richiamato nel terzo capitolo le principali teorie sull’internazionalizzazione e il suo ruolo strategico, nel quarto dapprima si analizza lo sviluppo dei distretti dagli anni ’80 ad oggi per poi cercare di fotografare la situazione attuale. Nel quinto capitolo si analizza più da vicino il Made in Italy, analisi intrapresa avendo come riferimento la teoria del Country of Origin Effect. Nel sesto capitolo, infine, si analizza il ruolo della conoscenza e dell’innovazione e delle filiere globali quali strumenti per superare la crisi degli ultimi anni da parte del Made in Italy.
La delocalizzazione del made in Italy appare attualmente la migliore modalità organizzativa possibile per riuscire ad essere competitivi sui mercati mondiali, sebbene non vi sia una forma organizzativa ottimale che sia valida per le diverse imprese. Il caso pratico analizzato, Classic Light, e lo studio del distretto di Murano mostrano come di fatto tale strategia sia inevitabile per poter continuare a crescere nel momento in cui il mercato interno è stagnante ed in grave recessione. Nel paese di provenienza vengono mantenute le produzioni di livello alto – destinate prevalentemente al mercato estero – per valorizzare al massimo il know how del Made in Italy e salvaguardare il brand con prodotti di eccellenza. |
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dc.language.iso |
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dc.publisher |
Università Ca' Foscari Venezia |
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dc.rights |
© Simona Lullo, 2015 |
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dc.title |
Il Made in Italy nelle catene globali del valore. Il caso studio Classic Light |
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dc.title.alternative |
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dc.type |
Master's Degree Thesis |
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dc.degree.name |
Relazioni internazionali comparate - international relations |
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dc.degree.level |
Laurea magistrale |
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dc.degree.grantor |
Scuola in Relazioni Internazionali |
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dc.description.academicyear |
2013/2014, sessione straordinaria |
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dc.rights.accessrights |
closedAccess |
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dc.thesis.matricno |
840053 |
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dc.subject.miur |
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dc.description.note |
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dc.degree.discipline |
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dc.contributor.co-advisor |
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dc.subject.language |
INGLESE |
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dc.date.embargoend |
10000-01-01 |
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dc.provenance.upload |
Simona Lullo (840053@stud.unive.it), 2015-02-11 |
it_IT |
dc.provenance.plagiarycheck |
Giancarlo Coro' (corog@unive.it), 2015-02-16 |
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