Abstract:
La ricerca si propone di tracciare continuità e differenze nel modo di guardare alla donna lavoratrice delle campagne italiane negli anni compresi tra il ventennio fascista e i tardi anni Cinquanta. Si tratta perciò di analizzare i modi e i significati della costruzione del modello di “Massaia Rurale” prima e di “Donna Rurale” poi, all’interno di due sistemi molto diversi tra loro e divisi temporalmente dalla cesura della seconda guerra mondiale. Le analogie sono maggiori delle differenze; affini gli scopi che mossero il regime fascista e il sindacato contadino cattolico di andare verso le donne. Esse costituivano al contempo il centro della casa, della famiglia e dell’educazione, erano giudicate maggiormente legate alla tradizione rispetto agli uomini e caratterizzate da una religiosità più marcata. Formarle secondo le loro presunte inclinazioni avrebbe significato per i dirigenti, indirizzare una larga fetta di popolazione al consenso per i propri indirizzi economici, politici e sociali. Attraverso la stampa di settore si è cercato di decostruire gli obbiettivi perseguiti dai due modelli politici ricomponendo in tal modo il quadro della loro azione.