Abstract:
Il presente elaborato di tesi nasce da alcune riflessioni derivanti dall’esperienza di tirocinio formativo presso l’Ufficio di Esecuzione Penale Esterna di Venezia. Lo studio della legislazione nazionale in materia mi ha permesso di focalizzare l’attenzione sui diritti in capo alle persone in percorso penale, nello specifico in stato detentivo. I diritti in capo ai detenuti, sanciti a livello nazionale nonché internazionale, trovano compimento e garanzia attraverso l’attuazione di un percorso individualizzato (trattamento rieducativo) tendente alla risocializzazione e al recupero della persona, in vista di un successivo reinserimento sociale. Tra i diritti e le modalità di tale trattamento rieducativo, il lavoro appare come il più importante per il raggiungimento di quello che viene dichiarato come il fine supremo dell’istituzione carceraria: il reinserimento sociale.
A dimostrazione di un livello di garanzia dei diritti delle persone detenute pressoché sempre più residuale, vengono presentati dei dati nazionali sulle realtà carcerarie legati:
- al sovraffollamento;
- all’occupazionalità;
- e alla recidiva.
Nel porre in luce le problematiche consequenziali al carcere, vengono successivamente proposte delle teorie psicologiche e sociali (inerenti la resilienza, l’empowerment e la capacitazione), base teorica del presente elaborato, da cui derivano metodologie pedagogiche che in questa tesi vengono dichiarate come favorenti un lavoro sulla persona con lo scopo di renderla parte attiva della sua vita, ma in primo luogo del suo recupero.
Il contesto di tale recupero non è però casuale. L’agricoltura sociale viene presentata come contesto e spazio che facilita la riappropriazione di capacità non solo legate al fare ma anche all’essere persona.
La ricerca empirica si pone come obiettivo la comprensione e la validazione di quella che è la tesi sostenuta in questo lavoro. Perché il lavoro con la terra attiva la persona in percorso penale? Quali sono le risorse insite in realtà di agricoltura sociale? Perché favoriscono lo sviluppo di resilienza, empowerment e capacità?
La risposta a queste prime domande è stata rintracciata all’interno dell’Azienda Agricola Solidalia di Padova, caso studio del presente elaborato, attraverso una prima fase conoscitivo-partecipativa della realtà in esame e una successiva fase caratterizzata da momenti dedicati a delle interviste di tipo dialogico. Le dichiarazioni e le testimonianze delle persone diventano la modalità attraverso cui dare fondamento alla teoria trattata.
Inoltre, tale lavoro di tesi, si propone di capire quanto e perché l’Agricoltura sociale diviene risorsa. Lo scopo è quello di comprendere e conoscere in che misura una realtà di agricoltura sociale può contribuire alla creazione, definizione e strutturazione di un nuovo tipo di welfare, non più assistenzialistico ma denominato generativo, partecipativo o di comunità. Il lavoro di rete tra i servizi (pubblici e del privato sociale) appare la base per l’organizzazione di un welfare di questo tipo. La ricerca in questo caso è stata condotta attraverso delle interviste semi-strutturate ai servizi coinvolti nella predisposizione degli inserimenti lavorativi delle persone in percorso penale nonché di quelle legate alla fascia delle nuove povertà.
L’ambito di ricerca, seppur esclusivo, appare importante per l’individuazione di buone pratiche del sociale che favoriscono delle opportunità di lavoro in un periodo storico in cui è la crisi a fare da padrona.