dc.contributor.advisor |
Benini, Paolo |
it_IT |
dc.contributor.author |
Cappellato, Claudio <1975> |
it_IT |
dc.date.accessioned |
2015-02-10 |
it_IT |
dc.date.accessioned |
2015-07-04T14:47:55Z |
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dc.date.available |
2015-07-04T14:47:55Z |
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dc.date.issued |
2015-03-06 |
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dc.identifier.uri |
http://hdl.handle.net/10579/6136 |
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dc.description.abstract |
La comunità “Casa della Primavera” ha come compito primario di aiutare la madre a superare le sue inadeguatezze genitoriali nei confronti del neonato o di bambini/e dai 2 anni fino a circa i 6 anni di età, ma si sono accolti casi di madri con figli anche al di sopra dei 7 anni fino ai 14. Il progetto di accoglienza viene delineato nelle sue linee fondamentali dall’ Unità Valutativa Multi Dimensionale (UVMD) a cui partecipa l’Assistente Sociale, il Comune di residenza, la Provincia, il responsabile dell’Istituto, ed altre varie figure professionali, le quali definiscono il progetto generale di permanenza della Madre con Bambino presso l’Istituto della Pietà. Poi spetta agli operatori professionali della Casa della Primavera stilare un Progetto Educativo Individualizzato (PEI) che possa tenere conto sia dei pregressi storici della Madre (capacità assistenziali dei figli o condanne penali), sia delle modalità di accudimento che realmente si dimostra capace di mettere in atto nei mesi di permanenza presso la comunità dell’Istituto Santa Maria della Pietà. Trattandosi di una comunità che lavora a stretto contatto con il Tribunale dei Minorenni, spesso vi giungono madri che sono sotto verifica a causa dell’Affievolimento della Patria Potestà (artt. 330 e 333 c.c.), e per questo il PEI è lo strumento principale di attuazione e di sintesi di ciò che ha stilato l’UVMD, e della procedura di verifica delle abilità genitoriali della Madre che si ritrova in uno stato di sospensione o di limitazione delle responsabilità genitoriali dettate dal Tribunale dei Minorenni. Gli operatori e le varie figure professionali (assistente sociale, psicologo, educatori,..) si ritrovano tutti in sinergia per attuare e verificare gli obbiettivi concreti segnati nel Progetto Educativo Individualizzato, se la madre riesca a superare le sue limitazioni di cura ed handling del neonato/bambino, e se in futuro possa continuare autonomamente la cura del proprio figlio/a o se, purtroppo, non sia capace di farlo. |
it_IT |
dc.language.iso |
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dc.publisher |
Università Ca' Foscari Venezia |
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dc.rights |
© Claudio Cappellato, 2015 |
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dc.title |
Il Progetto Educativo presso la Comunità di Accoglienza Mamma-Bambino “Casa della Primavera” in Venezia |
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dc.title.alternative |
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dc.type |
Master's Degree Thesis |
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dc.degree.name |
Lavoro, cittadinanza sociale, interculturalità |
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dc.degree.level |
Laurea magistrale |
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dc.degree.grantor |
Scuola in Servizio Sociale e Politiche Pubbliche |
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dc.description.academicyear |
2013/2014, sessione straordinaria |
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dc.rights.accessrights |
openAccess |
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dc.thesis.matricno |
833684 |
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dc.subject.miur |
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dc.description.note |
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dc.degree.discipline |
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dc.contributor.co-advisor |
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dc.date.embargoend |
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dc.provenance.upload |
Claudio Cappellato (833684@stud.unive.it), 2015-02-10 |
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dc.provenance.plagiarycheck |
Paolo Benini (pbenini@unive.it), 2015-02-16 |
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