Abstract:
ABSTRACT
La diversità in specie animali, vegetali, funghi, batteri e virus del nostro pianeta rappresenta la biodiversità. La salvaguardia di tali specie può avvenire in due modalità distinte: “in situ” o “ex situ”. La conservazione “ex situ” viene definita dalla Convenzione sulla Diversità Biologica del 1992 come “la conservazione di elementi costitutivi della diversità biologica fuori dal loro ambiente naturale”. La conservazione in situ (aree di origine) e quella on farm (nelle aree di coltivazione) sono prioritarie, ma quella ex situ (banche genetiche, collezioni, orti botanici, ecc.) si rende indispensabile in quei casi in cui le prime due, per motivi diversi, sono difficili da realizzare. Nel caso delle specie vegetali, consiste nel mantenimento del germoplasma, cioè di quel materiale ereditario contenuto in parti vive, soprattutto semi e piante, ma anche spore, pollini e tessuti meristematici. La conservazione avviene a basse temperature, anche mediante il congelamento di semi o di altro materiale vivente. L’obbiettivo è quello di contrastare la perdita di biodiversità e del patrimonio genetico vegetale attraverso una politica di sicurezza e prevenzione.
La conservazione avviene in centri denominati “banche del germoplasma” come il famoso Svalbard Global Seed Vault. Il Centro Nazionale per la Biodiversità Forestale di Peri (Vr) si occupa della raccolta, dell’analisi e del successivo deposito in celle frigorifere di semi delle specie iscritte al Libro Nazionale dei Boschi da Seme (L.N.B.S.). Per stabilire quali lotti di semi possiedono caratteristiche adeguate alla conservazione, è necessario eseguire vari test su di essi (germinazione, tetrazolo, umidità, purezza specifica, peso di mille semi). Tali test qualitativi, di tipo fisico e fisiologico, forniscono indicazioni sulle caratteristiche dei semi che compongono il lotto permettendo in definitiva di fare le opportune valutazioni per un loro possibile utilizzo in ottica di conservazione o per effettuare reintroduzioni in natura.
I laboratori che effettuano questi test vengono valutati attraverso metodologie standardizzate e sistemi di qualità, Il presente lavoro si basa sull’applicazione del “Proficiency Test”, strumento utilizzato per valutare l’operato dei laboratori analisi sementi e dei tecnici che vi lavorano, ad un lotto di semi della specie Fagus sylvatica. La parte pratica del lavoro ha riguardato la preparazione dei campioni, rappresentativi di un lotto iniziale, per lo svolgimento di questo test. Le indicazioni e le procedure vengono fornite dall’International Seed Testing Association (ISTA) che ha il compito di coordinare tale lavoro. Per valutare l’omogeneità dei campioni di Fagus sylvatica preparati, è stato svolto un “Heterogeneity Test”. Con lo stesso scopo di valutare le capacità tecniche di un laboratorio è stato preparato ed eseguito, un “Comparative Test” su semi di Populus nigra, che ha visto coinvolti sei laboratori sementi italiani.