dc.contributor.advisor |
Pozza, Marco |
it_IT |
dc.contributor.author |
Trevisanato, Andrea <1958> |
it_IT |
dc.date.accessioned |
2015-02-09 |
it_IT |
dc.date.accessioned |
2015-07-04T14:47:32Z |
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dc.date.available |
2015-07-04T14:47:32Z |
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dc.date.issued |
2015-02-24 |
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dc.identifier.uri |
http://hdl.handle.net/10579/6051 |
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dc.description.abstract |
La tesi è composta da una prima parte dove sono stati descritti il contratto di commenda medievale e i più importanti istituti mercantili ad esso antecedenti e da una seconda parte dove si è proceduto a uno studio diplomatistico e a uno contenutistico su alcuni documenti relativi a contratti di colleganza in ambito veneziano. Gli istituti precedenti presentati sono il “tapputûm” babilonese, la “societas consensu contracta” e il “foenus nauticum” del mondo greco-romano, l’ “‘isqā” ebraica, la “chreokoinonìa” bizantina e il “qirād” preislamico e islamico. La commenda, derivata dal “qirād”, fu utilizzata soprattutto per traffici marittimi. Non soggetta al divieto d’usura della Chiesa, era un contratto associativo di capitale e lavoro a responsabilità limitata con profitti proporzionati ad investimenti e rischi tra un socio (“stans”) che procurava il capitale e un altro (“procertans”) che forniva il lavoro per un’impresa commerciale alla cui conclusione si scioglieva il contratto restituendo al primo il capitale e dividendo gli utili nella proporzione prevista. La commenda era di tipo unilaterale se il capitalista conferiva tutto il capitale ad un mercante che alla fine glielo ritornava aggiungendovi 3/4 del profitto e riservandosene 1/4, oppure bilaterale con il capitale fornito in pari misura da “stans” e “procertans” e profitti divisi in parti eguali. La commenda, nota anche come “accomendacio”, “commendacio”, “accomenda”, “comanda”, “accomandita”, veniva chiamata commenda o “societas maris” a Genova, “collegantia” e “rogadia” a Venezia, “colonna” e “societas” ad Amalfi, “societas” o “compagnia maris” a Pisa, “comanda”, “commande”, “commandite” in Francia, “comanda”, “comenda”, “commenda” in Spagna. La seconda parte della tesi, dopo un cenno sui contratti marittimi del nolo, del mutuo e del prestito a cambio marittimo, presenta uno studio su alcuni contratti veneziani di colleganza, costituito da un’analisi diplomatistica dove viene analizzato il formulario tipico del contratto e la sua evoluzione nel tempo e da un’analisi contenutistica dove sono state evidenziate alcune figure principali di “stans”, “procertans” e “nauclerus”, nonché investimenti e rotte marittime utilizzate. |
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dc.language.iso |
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dc.publisher |
Università Ca' Foscari Venezia |
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dc.rights |
© Andrea Trevisanato, 2015 |
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dc.title |
Il contratto di colleganza nella documentazione medievale veneziana. Studio storico e diplomatistico. |
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dc.title.alternative |
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dc.type |
Master's Degree Thesis |
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dc.degree.name |
Storia delle arti e conservazione dei beni artistici |
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dc.degree.level |
Laurea magistrale |
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dc.degree.grantor |
Scuola in Conservazione e Produzione dei Beni Culturali |
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dc.description.academicyear |
2013/2014, sessione straordinaria |
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dc.rights.accessrights |
closedAccess |
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dc.thesis.matricno |
741210 |
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dc.subject.miur |
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dc.description.note |
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dc.degree.discipline |
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dc.contributor.co-advisor |
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dc.date.embargoend |
10000-01-01 |
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dc.provenance.upload |
Andrea Trevisanato (741210@stud.unive.it), 2015-02-09 |
it_IT |
dc.provenance.plagiarycheck |
Marco Pozza (pozza@unive.it), 2015-02-16 |
it_IT |