Abstract:
All’inizio del mese di giugno 2014 un gruppo armato occupo’ la citta’ di Mosul, nell’Iraq del Nord, sottraendola all’autorita’ delle istituzioni della Repubblica irachena.
Alla presa di Mosul da parte di questo “nucleo di ribelli” segui’, poco dopo, la dichiarazione di avere istituito, per il momento in parte della Siria del Nord ed in parte dell’Iraq del Nord, una nuova formazione statale, che, pur cambiando nome piu’ di una volta, si autodefinisce “Califfato islamico” (IS) e ha l’ambizione di arrivare fino a Roma.
Dopo quattro mesi il “Califfato islamico” giunse alle porte di Baghdad. Ma, in Siria settentrionale, a un chilometro dal confine con la Turchia, vi e’ una cittadina, chiamata Ayl Al-Arab in arabo e Kobani in turco, che non cadde. Difesa dalle truppe dei peshmerga curdi del YPG e dai bombardamenti degli aerei di una coalizione di paesi, tra cui gli Stati uniti e l'Arabia saudita, questa cittadina resistette. A un chilometro erano schierati centinaia di carri armati dell’esercito turco, a guardia del confine, attraverso il quale pero’ passarono centinaia di migliaia di profughi.
Di questa storia e’ raccontato come viene vista da IS, dai siriani, dagli iracheni, dai turchi, dagli abitanti della comunita’ europea.