Abstract:
La riforma del settore elettrico in Giappone, iniziata dal governo Kan e portata avanti dal governo Abe, è la ripresa di un lungo trend di liberalizzazione iniziato nel 1995. Essa prevede la separazione della generazione dalla distribuzione di energia elettrica, finora monopolizzate da nove compagnie regionali. Il motivo del suo continuo arresto è dovuto alla presenza del Genshiryokumura o “villaggio nucleare”: questi sono i termini utilizzati dalla critica per definire la rete di interessi pro nucleari istituzionali e individuali sostenuti dai monopoli regionali delle compagnie elettriche, funzionari, deputati, associazioni commerciali, media e ricercatori accademici. Questa riforma, infatti, costituisce una minaccia, in quanto andrebbe a interferire con i loro piani di espansione del nucleare per uso domestico e internazionale a favore delle energie rinnovabili, sempre più sostenute dall’opinione pubblica in seguito alla sfiducia nelle istituzioni per come è stata gestita la crisi nucleare provocata dall’incidente di Fukushima dell’11 marzo 2011. Tuttavia, questa riforma ha tempistiche di attuazione molto lunghe, tempo che il “villaggio” sfrutterà al meglio per ostacolare la sua efficacia.