dc.contributor.advisor |
Pezzolo, Luciano |
it_IT |
dc.contributor.author |
Vaccher, Roberto <1988> |
it_IT |
dc.date.accessioned |
2015-02-11 |
it_IT |
dc.date.accessioned |
2015-07-04T14:37:58Z |
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dc.date.available |
2016-11-09T09:40:36Z |
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dc.date.issued |
2015-03-03 |
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dc.identifier.uri |
http://hdl.handle.net/10579/5692 |
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dc.description.abstract |
Abstract
La guerra di Candia fu un conflitto tra Venezia e l’Impero ottomano combattuto per il possesso dell’Isola di Creta. La guerra durò dal 1645 al 1669 e consumò un numero di vite che non si discosta molto dal conteggio di 130.000 morti tra i Turchi e 29.000 tra i Veneziani. Anche il costo economico, per entrambi i contendenti, fu enorme e spropositato rispetto all’importanza dell’isola. In questo lavoro ho deciso di non focalizzarmi sulle mere operazioni militari che furono condotte sia per terra che per mare. Il lavoro è incentrato su cosa rese possibile condurre queste operazioni, quale fu il motore che permise all’esercito veneziano di mantenere uno sforzo umano e logistico così ingente per 24 anni e su una distanza da Venezia che supera i 1900 km via mare. Due furono le sfide con cui la Repubblica dovette misurarsi: il problema della distanza e quello delle risorse. Uno dei più grandi ostacoli che uno stato dell’età moderna doveva affrontare era quello della distanza che separava le sue basi di reclutamento dal teatro delle operazioni. La distanza incideva pesantemente sulla velocità con cui viaggiavano le notizie, il denaro, i contingenti militari e i rifornimenti. Nel caso in questione ogni spostamento avveniva, ovviamente essendo Creta un’isola, via mare. I dispacci impiegavano da un mese e mezzo ai tre mesi per transitare da Venezia a Candia e viceversa. L’altro grosso problema era quello delle risorse. I soldati al servizio della Serenissima erano trattati come un vero e proprio capitale, costituivano un investimento per i capitani che li arruolavano e un costo, non indifferente, per lo Stato che li utilizzava. Erano però un capitale soggetto a continuo deterioramento. Non solo per le morti in combattimento ma molto più spesso per fame e malattie. Il denaro che costituisce “il nervo della guerra” è il vero fattore che mantiene viva e funzionante tutta la macchina militare. Ma da dovelo si ricavò? Come venne speso? Solo le forze mantenute in tempo di pace nelle fortezze erano, nel caso Veneziano, spese ordinarie del bilancio. Quando queste forze, in tempo di guerra, venivano incrementate, secondo le esigenze, la spesa che si faceva era tutta di natura straordinaria e ,in buona parte, finanziata col debito. Come fu possibile per Venezia sostenere una guerra di materiali così lunga ed estenuante contro un avversario, sulla carta, molto più potente e ricco di risorse? |
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dc.language.iso |
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dc.publisher |
Università Ca' Foscari Venezia |
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dc.rights |
© Roberto Vaccher, 2015 |
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dc.title |
L’esercito Veneziano e la difesa di Candia 1664-1669: il costo di una vittoria mancata |
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dc.title.alternative |
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dc.type |
Master's Degree Thesis |
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dc.degree.name |
Storia dal medioevo all'età contemporanea |
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dc.degree.level |
Laurea magistrale |
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dc.degree.grantor |
Dipartimento di Studi Umanistici |
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dc.description.academicyear |
2013/2014, sessione straordinaria |
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dc.rights.accessrights |
openAccess |
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dc.thesis.matricno |
815523 |
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dc.subject.miur |
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dc.description.note |
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dc.degree.discipline |
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dc.contributor.co-advisor |
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dc.provenance.upload |
Roberto Vaccher (815523@stud.unive.it), 2015-02-11 |
it_IT |
dc.provenance.plagiarycheck |
Luciano Pezzolo (pezzolo@unive.it), 2015-02-16 |
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