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La crisi del welfare state tradizionale, l'acutizzazione di vecchie e nuove forme di diseguaglianze ha generato una situazione di impasse per molti servizi che operano nel sociale e di malessere collettivo. In questo contesto, i diversi governi e cittadini stessi stanno cercando di trovare nuove risposte attraverso forme di innovazione sociale bottom-up e top-down. Si tratta di un meta-concetto, nato nei documenti europei prima ancora che nel mondo accademico, la cui definizione risulta ancora incerta e ambigua, vista l'ampiezza del suo raggio d'azione. La tesi si struttura in due parti: nella prima sezione si vuole dare una cornice generale sulla situazione dei modelli di Stato Sociale e sulle diseguaglianze, con particolare attenzione al caso italiano, e sul concetto di innovazione sociale; nella seconda parte, invece, si espongono i risultati della ricerca qualitativa ed etnografica che integra il materiale del Progetto Citispyce e dell'esperienza di tirocinio presso l'Etam. Attraverso l'analisi del contesto mestrino, delle interviste somministrate a operatori e abitanti del luogo, si cerca di definire l'innovazione sociale, individuando gli "ingredienti" basilari per mettere in atto un processo circolare formato dalla triade cittadino-istituzioni-politiche in modo da produrre un cambiamento sistemico. Il coinvolgimento dell'abitante del luogo, che come si vedrà assume forme diverse, è fondamentale per produrre politiche che effettivamente rispondando alle esigenze locali. Si riconoscerà, inoltre, l'importanza di determinate figure (istituzionali e non) necessarie per trovare e connettere le risorse sociali e umane sulle quali investire. La descrizione di questi elementi servirà a strutturare un possibile percorso per superare la situazione di impasse. Nella parte finale, si avrà l'ambizione di dare una definizione di cosa sia l'innovazione sociale a Mestre, individuando nella rel-azione lo strumento necessario per metterla in atto. La comunicazione tra le parti può avvenire attraverso forme vecchie (relazione vis-a-vis) o nuove (come facebook) ma l'obiettivo è di riuscire a creare dialogo tra i soggetti della triade. La realizzazione di legami comunicativi (che, oggi, risultano essere superficiali, labili specialmente nelle grandi città) è innovazione stessa e permette di produrre il "baratto delle competenze" (teoria coniata dall'osservazione sul campo). L'innovazione è fusione tra ciò che è e ciò che produce. In un ambito dove lo scambio si basa su attori diversi il risultato si modifica di conseguenza questo metodo permette di adattarsi alla società in maniera simbiotica grazie alla sua qualità dinamica. Nel momento in cui si conosce l'altro per individuare potenzialità e interessi si ha capitale sociale. Il rifare società, inteso come creazione di rapporti di vicinato, di solidarietà e comunità, diventa, quindi, il prodotto finale del processo innovativo, e strumento per migliorare la qualità di vita delle persone. Riuscire a promuovere senso di responsabilità, di appartenza e mutuo-aiuto è un possibile mezzo per attenuare le diseguaglianze sociali e territoriali, per promuovere risorse umane e sociali a partire dalla società civile, esplorare nuove strade di partecipazione collettiva e supplire le carenze del welfare state. |
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