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La tesi che si presenta verte sul discorso della responsabilità a cui ogni essere umano è tenuto a rispondere.
La questione della responsabilità, posta come argomento di discussione, apre alla domanda sulla posizione in cui possono collocarsi l'etica e la bioetica rispetto alla vita. In particolare si è voluto porre attenzione a ciò che riguarda l'essere dell'uomo nella sua possibilità di esser-ci.
Ci si è chiesti se ha ancora senso filosofare sulla vita dell'essere umano rispetto all'attuale contesto sociale di cui egli ne fa parte, se ha ancora senso filosofare sull'etica e sull'etica applicata, ovvero la bioetica, e sul senso dei diritti e doveri di ogni essere umano.
Discutere su questi principi non è negare ciò che è della scienza, della tecnica e del progresso in genere, si tratta di prendere in considerazione alcuni evidenti fenomeni che accadono quando la scienza e la tecnica prendono un posto troppo esclusivo o, ancor peggio, vanno a sostituire interi ambiti dell'esperienza umana.
Il lavoro della tesi è un continuo dialogare con Hans Jonas, che è stato, oltre a un importante filosofo contemporaneo, anche uno degli autori che ha dedicato in maniera appassionata il proprio studio, la propria ricerca, alla questione dell'etica della responsabilità, trasferendo poi il suo pensiero anche alla bioetica.
Le domande fondamentali poste a Jonas, a cui si è cercato di trarre risposta attraverso i concetti da lui espressi nelle varie opere che portano il suo nome, si sintetizzano in questi termini: è possibile pensare all'uomo nella libertà dell'essere e dell'esser-ci non sottoposto alla tecnica che lo trasforma in uno dei suoi oggetti? Può l'homo faber discostarsi, se necessario, dal suo potere e ricomporsi dentro un pensiero etico il quale, a sua volta, potrà ancora permettergli di esercitare e custodire la sua libertà e, in particolare, possedere la facoltà di scegliere per sé e accettare quello che è dato dalla natura?
Nella ricerca di risposte, così come anche Jonas invita a fare, si è posta l'attenzione a non incorrere in facili illusioni, in idealismi sterili o nell'utopia fine a se stessa, ma si è proceduto nell'esaminare la possibilità di pensare all'essere umano come ad un essere con la capacità, insita in lui, di esser-ci e di partecipare all'evento della sua vita, la quale mantenga sempre la dignità di essere vissuta.
Come si legge nella Prefazione del testo di H. Jonas Principio responsabilità, a cui si è fatto particolare riferimento e attenzione, l'autore così scrive: Il Prometeo irresistibilmente scatenato, al quale la scienza conferisce forze senza precedenti e l'economia imprime un impulso incessante, esige un'etica che mediante auto-restrizioni impedisce alla sua potenza di diventare una sventura per l'uomo.
Si è voluto prendere in esame ciò che può far coincide il poter essere con il poter fare cercando, attraverso il contributo del pensiero di Hans Jonas, di trovare la ragione affinché l'essere umano non si trovi in balia del potere, in particolare, di quel potere che ha come obiettivo l'interesse e il possesso, ed evitare così che l'uomo, detentore del potere, sia fatto lui stesso prigioniero del potere nell'esercizio del suo potere.
La tesi, oltre alla premessa e all'introduzione, si suddivide in cinque capitoli e una conclusione. |
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