Abstract:
La tesi si pone l’obiettivo di fare luce sulla personalità poco nota del pittore veneziano Carlo Alvise Fabris (1747-1803), un artista marginale, le cui opere superstiti risultano essere disseminate in Veneto, in Friuli Venezia Giulia, in Slovenia e in Croazia.
Relegato dalle grandi commissioni pubbliche e assoggettato alle più modeste committenze, ancor oggi non gli è riconosciuto alcun merito. Lo studio vagliato nel presente lavoro, prende avvio dalla lettura di un’opera letteraria postuma, composta nel 1814 da Giovanni Prosdocimo Zabeo, un professore di teologia dell’università di Padova.
Lo Zabeo, amico personale del Fabris, gli dedicò delle brevi Memorie, con l’intenzione di far conoscere ai posteri il ritratto biografico e l’attività artistica del pittore.