Abstract:
La capacità di “reagire” a seguito di un danno subito e la possibilità di incrementare la durabilità e migliorare le caratteristiche fisico-meccaniche dei materiali sono alcuni degli aspetti che giustificano la crescente attenzione rivolta allo studio di sistemi auto-riparanti, oggetto di questa tesi. Due sono state le linee seguite nel corso del presente lavoro, nate con l’obiettivo di studiare materiali potenzialmente utilizzabili anche nel campo dei beni culturali, sia nel restauro, che in opere d’arte contemporanee. Da un lato l’attenzione è stata rivolta allo sviluppo di un materiale incolore, basato su interazioni supramolecolari del tipo host-guest, garantite dalla presenza nel sistema dell’adamantano e delle ciclodestrine. Dall’altro lo studio è invece stato focalizzato sulla sintesi di un materiale colorato, in cui il potere auto-riparante è riconducibile a interazioni di tipo π-π stacking e al legame idrogeno. La possibilità di tali legami è dovuta alla presenza di due molecole di dichetopirrolopirrolo (DPP), a loro volta unite da uno spacer polimerico, capace di conferire anche una funzione di legante al prodotto finale. Nel corso del lavoro si è posta particolare attenzione su quest’ultimo aspetto, variando la lunghezza di tale catena centrale. Il sistema supramolecolare è stato infine caratterizzato tramite esperimenti NMR e UV-VIS a temperatura e concentrazione variabili, al fine di acquisire informazioni circa la sua capacità di aggregazione.