Abstract:
La sfida all'integrazione tra commercio internazionale e diritti sociali è guardata attraverso la lente degli accordi commerciali, strumenti di integrazione economica e sempre più marcatamente di tutela dei diritti dei lavoratori. In un contesto globale dove gli scambi, la concorrenza, le strategie imprenditoriali ed il lavoro non hanno confini territoriali, gli accori commerciali, che integrano disposizioni sociali, assumono rinnovata importanza. Diverse tipologie di labour provisions e modalità di garantire il loro rispetto sono osservabili negli accordi commerciali multilaterali e bilaterali. L’attenzione verrà focalizzata sull'ASEAN, che nasce come organizzazione politica, spinta dal processo di decolonizzazione del Sud Est asiatico e dalla Guerra Fredda. Nel tempo, raggiunge obiettivi di cooperazione economica, di sicurezza e socio-culturali, implementando lo sviluppo di strumenti a tutela del lavoro e favorendo il dialogo tra i suoi dieci Stati membri: Brunei, Cambogia, Indonesia, Laos, Malaysia, Myanmar, Filippine, Singapore, Thailandia e Vietnam. La Cambogia sarà oggetto di ulteriore approfondimento in quanto protagonista del virtuoso United States-Cambodia Textile Agreement. L’accordo racchiude strumenti di tutela e valorizzazione dei diritti sociali quali il meccanismo delle “sanzioni positive” e il provvidenziale coinvolgimento dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro. L’ASEAN e l’accordo tra Stati Uniti e Cambogia rappresentano degli esempi positivi di risposta al difficile legame tra il commercio internazionale e i diritti sociali.