dc.contributor.advisor |
Volpe, Mario |
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dc.contributor.author |
Ferron, Giulio <1988> |
it_IT |
dc.date.accessioned |
2014-06-08 |
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dc.date.accessioned |
2014-09-20T09:08:33Z |
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dc.date.available |
2014-09-20T09:08:33Z |
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dc.date.issued |
2014-06-19 |
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dc.identifier.uri |
http://hdl.handle.net/10579/4991 |
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dc.description.abstract |
Specialmente in periodi di difficoltà di carattere economico e finanziario come questo, a soffrirne di più sono le Piccole e Medie imprese (PMI).
Le PMI da sempre hanno un ruolo fondamentale nello sviluppo economico italiano, specie nelle regioni del nordest, dove costituiscono il cuore del tessuto industriale.
Quasi involontariamente per far fronte ai problemi dimensionali o per affiancare la grande impresa si sono venuti a creare industrie locali specializzate: i cosiddetti Distretti Industriali.
Il distretto industriale, nel tempo, si è dimostrato un sistema vincente per l’Italia. Infatti il distretto industriale è stato il motore dello sviluppo dell’innovazione in Italia, grazie alla sua struttura dinamica, alla capacità di assorbire le competenze, alla rapida condivisione delle conoscenze e alla competizione interna tra le imprese .
Tuttavia la loro iniziale spinta produttiva negli ultimi anni, complice la crisi economica ed i processi di internazionalizzazione ha perso il suo vigore.
Per affrontare il problema dell’internazionalizzazione, oltre che puntare meramente all’esportazione del prodotto, potrebbe essere virtuoso anche esportare l’intero modello distrettuale in aree con grandi possibilità di sviluppo come i Paesi del BRIC (Brasile, Russia, India, Cina).
In questo lavoro verrà analizzato il Paese sudamericano, il quale essendo stato caratterizzato nella fine del diciannovesimo secolo da un’imponente immigrazione di cittadini italiani, contiene al suo interno una sottocultura italiana, ed è quindi la nazione più indicata per l’assorbimento del modello distrettuale.
Dopo aver analizzato nei dettagli il modello distrettuale, si entrerà nel merito dell’economia Brasiliana, evidenziandone l’evoluzione, punti di debolezza e di forza della più grande Nazione sudamericana.
Successivamente si spiegheranno quali vantaggi porterebbe sia al Brasile sia all’Italia l’esportazione del distretto industriale attraverso anche partenariati e joint venture e i motivi per cui in Brasile questo modello non è ancora sviluppato.
Dopodiché saranno analizzati alcuni distretti industriali esistenti come quello dell’automotive nello Stato di Sao Paulo e del meccatronico di Caxias do Sul ed infine verranno individuati settori non ancora sviluppati ma di potenziale successo e sbocco per il mercato italiano, come ad esempio il settore agricolo per l'area del Sud e del settore oil&gas per Rio de Janeiro. |
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dc.language.iso |
it |
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dc.publisher |
Università Ca' Foscari Venezia |
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dc.rights |
© Giulio Ferron, 2014 |
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dc.title |
Il distretto industriale italiano in Brasile |
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dc.title.alternative |
La replicazione dei distretti industriali come strumento per l‘internazionalizzazione delle imprese italiane |
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dc.type |
Master's Degree Thesis |
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dc.degree.name |
Sviluppo economico e dell'impresa |
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dc.degree.level |
Laurea magistrale |
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dc.degree.grantor |
Dipartimento di Economia |
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dc.description.academicyear |
2013/2014, sessione estiva |
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dc.rights.accessrights |
openAccess |
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dc.thesis.matricno |
817741 |
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dc.subject.miur |
SECS-P/08 ECONOMIA E GESTIONE DELLE IMPRESE |
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dc.description.note |
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dc.degree.discipline |
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dc.contributor.co-advisor |
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dc.date.embargoend |
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dc.provenance.upload |
Giulio Ferron (817741@stud.unive.it), 2014-06-08 |
it_IT |
dc.provenance.plagiarycheck |
Mario Volpe (mvolpe@unive.it), 2014-06-16 |
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