Abstract:
Lo scopo di questa ricerca è di riesaminare, in forma ancora preliminare, un ambiente del Primo Palazzo festio, il vano LVIII, appartenente all'ala sud-occidentale. Indagato sotto la direzione di Doro Levi nel corso degli anni '50, questo settore del complesso palaziale è sempre stato soggetto a numerosi problemi di interpretazione, soprattutto per ciò che concerne l’individuazione delle fasi architettoniche. Invalidata definitivamente la teoria leviana di tre fasi costruttive distinte intervallate da distruzioni e gettate di astraki, risulta ora chiaro che le evidenze architettoniche del quartiere di Sud-Ovest debbano essere riferite ad un complesso monumentale elevato su due o tre piani, il quale, prima della sua distruzione finale, venne sottoposto a numerosi interventi di ricostruzione e modifiche dei sistemi di circolazione interna ed esterna.
Il presente elaborato si propone di riesaminare il caso del vano LVIII, per il quale si è sempre ritenuta indubbia la destinazione ad area di immagazzinamento, per l’intera durata di vita del complesso. Alla luce dei nuovi dati emersi, si è giudicato opportuno procedere a una rilettura in termini sia strutturali sia funzionali dell’intero ambiente, conservato per due livelli in alzato, così da individuarne le fasi d’uso e gli interventi edilizi susseguitisi nel tempo. L’indagine si è svolta in una duplice direzione: da una parte vengono forniti alcuni dati relativi alle strutture attualmente visibili; dall’altra è stato intrapreso un riesame del materiale edito, soprattutto ceramico, attraverso l’elaborazione di schede di reperto. L’analisi del materiale non ancora pubblicato, conservato nei magazzini del Museo Stratigrafico di Festòs, è stata invece avviata solo in forma preliminare. Il fine ultimo della ricerca è stato quello di fornire nuovi dati utili a chiarire la complessa storia edilizia dell’ala sud-occidentale del palazzo festio.