Abstract:
Il presente lavoro si propone di porre il maschile al centro del discorso sulla violenza contro le donne.
Osservando i temi e le modalità di comunicazione e intervento pubblici in Italia è possibile constatare un duplice ordine di problemi: da una parte, il carattere emergenziale che si conferisce al fenomeno della violenza maschile e, dall'altra, la quasi totale assenza degli uomini, e come soggetto nel discorso di sensibilizzazione e come utenti nella rete di servizi dedicati a combattere la violenza contro le donne. Il presente lavoro esamina in primo luogo i contributi femministi alla definizione della natura e funzioni della violenza di genere dimostrandone il carattere strutturale e l'inadeguatezza del discorso emergenziale, che si rivela naturalizzante. Considerato come il dibattito pubblico fallisce nel mettere in discussione il modello egemone di maschilità, anzi tende a riconfermarlo, il presente lavoro esplora quelle riflessioni maschili, e contributi di donne sul maschile, che si interrogano sulle componenti della costruzione sociale della maschilità che facilitano il ricorso alla violenza.
Applicare questa lente d'analisi, centrata sull'uomo come soggetto, permette di proporre come domanda di partenza, quando si tratta di violenza contro le donne: Qual'è il rapporto tra maschilità e violenza? E di guardare in quella direzione per progettare interventi sociali.
Vengono considerate le riflessioni sulla costruzione sociale della maschilità in modo intrinsecamente violento, come opposizione al femminile, i contributi teorici sui nuovi modelli di consumo, sul ruolo giocato dal senso di insicurezza e sulle riconferme sessiste, omofobe e violente che informano le identità degli uomini.
Ci si occupa infine di servizi/progetti sociali di lavoro sulla maschilità e/o rivolti agli uomini autori di violenza. E' interessante chiarire quali premesse teoriche e di valore orientano il lavoro degli operatori e in che modo si parla di intervento sugli uomini maltrattanti nell'ambito dei servizi sociali. Sottolineando l'importanza di questo “approccio rivolto al maschile” sia nella sua funzione di sostegno al disagio dell'autore, di limitazione della recidiva, ma soprattutto, ed è questo il punto per noi fondamentale, nel senso della diffusione di una cultura di intervento diversa, si conclude sottolineando la funzione di risorsa del guardare alla maschilità come possibile di cambiamento a partire da sé, di evoluzione positiva e miglioramento delle relazioni con il genere femminile.