Abstract:
Il Brasile occupa oggi una posizione rilevante nell’economia mondiale. E’ un Paese ricco di risorse naturali ed è fra i leader mondiali nel mercato delle commodities. Il Brasile è riuscito ad avviare un processo di crescita sostenuta a partire dagli anni Novanta, quando sono state attuate alcune importanti politiche di stabilizzazione. Tuttavia, non mancano contraddizioni e debolezze, in particolare disuguaglianze economiche, sociali e regionali, oltre alla persistenza della corruzione e a politiche protezionistiche, che rappresentano ostacoli alla definitiva affermazione del Brasile come grande potenza mondiale. I recenti governi di Cardoso e Lula e quello attuale di Dilma Rousseff hanno avviato soluzioni per superare le principali questioni politiche, sociali ed economiche, ed alcuni risultati a livello “macro” sono stati ottenuti. Resta tuttavia da lavorare a livello “locale”. È proprio infatti questo l’ambito nel quale la ricerca si è focalizzata e dove gli investimenti dovrebbero direzionarsi. Negli ultimi anni l’industria brasiliana si è aperta al commercio estero, ma la dipendenza dagli IDE e lo scarso valore aggiunto apportato nelle catene globali del valore riducono il tasso di crescita potenziale del Paese. Il cambiamento dovrebbe dunque avvenire anche attraverso piccole e medie imprese che, grazie alla capacità di aggregarsi in Arranjos Produtivos Locais, possono creare una solida cooperazione tra i soggetti economici e istituzionali, compresa l’Università. In questo modo si accresce la possibilità di passare da un’economia basata sulle commodities ad una di trasformazione e sviluppo tecnologico, aumentando così il valore creato e distribuito sul territorio. La tesi cerca in particolare di approfondire questa lettura attraverso l’analisi della filiera lattiero-casearia e del tabacco nello Stato del Rio Grande do Sul.