Abstract:
Al fine di promuovere e sviluppare una concreta integrazione delle persone immigrate giunte nel nostro Paese, è necessario che la nostra società consideri la questione della tutela della salute di questi soggetti come uno degli obiettivi principali. Questo, sia per dare pieno significato ad un diritto universale, peraltro sancito dalla nostra Costituzione, sia perchè il benessere psicofisico è il presupposto per poter godere di una vita serena e per poter entrare a far parte di una comunità, svolgendo attività, godendo di determinati diritti e intessendo legami. Quindi è evidente come il diritto alla salute rappresenti la premessa per essere in grado di lavorare, formarsi, fare parte di reti sociali che garantiscono a loro volte supporto e protezione all'individuo. Il nostro Paese, tuttavia, nonostante il fenomeno migratorio sia da anni una realtà evidente, non risponde ancora efficacemente al bisogno di salute dello straniero. Esistono infatti ancora diversi fattori che creano disuguaglianze nella salute, primo tra tutti un diritto che divide gli immigrati in aventi più diritti alle cure e aventi meno diritti. Inoltre, è presente in Italia una non uniformità riguardo alle normative regionali in materia di diritto alla salute degli immigrati; una scarsa applicazione del diritto alle pratiche sanitarie (problema dell'accesso e della fruibilità effettivi dei servizi socioassistenziali) e, infine, una certa difficoltà nel realizzare un approccio interculturale all'interno del rapporto terapeutico da parte degli operatori della sanità.