dc.contributor.advisor |
Zanier, Valeria |
it_IT |
dc.contributor.author |
Lion, Elisa <1989> |
it_IT |
dc.date.accessioned |
2014-02-05 |
it_IT |
dc.date.accessioned |
2014-03-29T10:46:02Z |
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dc.date.available |
2015-04-07T13:58:30Z |
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dc.date.issued |
2014-03-13 |
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dc.identifier.uri |
http://hdl.handle.net/10579/4434 |
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dc.description.abstract |
Il fenomeno delle zone economiche speciali (ZES), avviatosi nel 1959 con la creazione della prima zona industriale di libero scambio moderna nella città di Shannon in Irlanda e rimasto in seguito limitato ai soli paesi industrializzati, ha preso avvio a partire dagli anni settanta anche in molti paesi in via di sviluppo, in particolare in Asia Orientale e in America Latina, diffondendosi poi in tutto il mondo. Ad oggi si contano approssimativamente 3500 zone situate in 130 paesi, perlopiù concentrate in Asia, nella regione del Pacifico e nelle Americhe.
Grazie alla creazione delle ZES la Cina ha potuto raggiungere risultati formidabili in un lasso di tempo relativamente breve, passando da un’economia pianificata a una di mercato e importando dall’estero elementi capitalisti che sono serviti a risollevarla dalla profonda crisi economico-politica nella quale versava dopo la fine dell’era maoista.
Grazie agli IDE e alle tecnologie all’avanguardia importate dall’estero il paese ha potuto potenziare la propria base industriale ed è stato in grado non solo di aumentare il volume delle proprie esportazioni, ma anche la qualità delle merci commerciate con l’estero. Inoltre è riuscita ad apprendere il know-how necessario per produrre prodotti che precedentemente erano oggetto di importazioni.
Le ZES sono riuscite a svolgere alla perfezione il compito che era stato affidato loro dalle autorità centrali: attuando una politica di apertura e liberalizzazione esse sono infatti riuscite a promuovere lo sviluppo del paese espandendo la loro influenza anche nelle zone più interne, il tutto senza minare la stabilità politica né la legittimità del potere centrale.
Le export processing zone taiwanesi hanno dato un enorme contributo sotto numerosi aspetti. Innanzitutto hanno fin da subito creato nuove possibilità di impiego, permettendo così l’assorbimento della grandissima quantità di manodopera in eccesso. Grazie agli ottimi incentivi e sgravi fiscali riservati agli investitori intenzionati ad avviare nuovi progetti industriali al loro interno, hanno inoltre reso possibile l’ingresso nel paese di capitali stranieri, risollevandolo dalla condizione di grave carenza di valuta estera creatasi in seguito all’arresto dell’invio di aiuti economici da parte degli Stati Uniti.Permisero inoltre di aumentare notevolmente il volume delle esportazioni, attenuando così il deficit della bilancia commerciale esistente all’epoca. Infine contribuirono allo sviluppo e al potenziamento della base industriale dell’isola, consentendo l’importazione di tecnologie all’avanguardia che resero possibile un notevole aumento della produttività del settore industriale. |
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dc.language.iso |
it |
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dc.publisher |
Università Ca' Foscari Venezia |
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dc.rights |
© Elisa Lion, 2014 |
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dc.title |
Le zone economiche speciali in Cina e a Taiwan come motori per lo sviluppo economico: un confronto |
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dc.title.alternative |
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dc.type |
Master's Degree Thesis |
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dc.degree.name |
Lingue e istituzioni economiche e giuridiche dell’asia e dell’africa mediterranea |
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dc.degree.level |
Laurea magistrale |
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dc.degree.grantor |
Scuola in Studi Asiatici e Gestione Aziendale |
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dc.description.academicyear |
2012/2013, sessione straordinaria |
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dc.rights.accessrights |
openAccess |
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dc.thesis.matricno |
822220 |
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dc.subject.miur |
L-OR/21 LINGUE E LETTERATURE DELLA CINA E DELL'ASIA SUD-ORIENTALE |
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dc.description.note |
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dc.degree.discipline |
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dc.contributor.co-advisor |
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it_IT |
dc.subject.language |
CINESE |
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dc.provenance.upload |
Elisa Lion (822220@stud.unive.it), 2014-02-05 |
it_IT |
dc.provenance.plagiarycheck |
Valeria Zanier (zanier@unive.it), 2014-02-17 |
it_IT |