Abstract:
Lungo la sua carriera di letterato e studioso, Boccaccio ha assunto un ruolo importante nell'interpretazione e nella celebrazione di Dante: ha raccolto testi che altrimenti sarebbero andati perduti, si è sottoposto alla fatica di copista ed editore del corpus poetico in volgare, ha innalzato il poeta fiorentino ad auctoritas non solo prendendolo a modello nelle proprie opere ma anche annoverando il suo nome insieme ai classici in una ideale continuità delle lettere, lo ha promosso presso Petrarca e ha celebrato la Commedia quale esempio di poesia conforme alla dottrina cattolica, esponendone i significati letterale e allegorico all'eterogeneo uditorio fiorentino in pubbliche letture. Nelle sue opere dissemina inoltre elogi e commenti sul valore di Dante definito poeta, filosofo, teologo e considerato degno dell'incoronazione con l'alloro. L'opera destinata a consegnare l'immagine dell'esule fiorentino è la biografia, caratterizzata da un intento laudativo e posta ad introduzione delle antologie esemplate nei codici Toledano 104.6 e Chigiano L V 176: il Trattatello in laude di Dante, composto in tre redazioni che testimoniano l'incessante riflessione boccacciana sul maestro che ha praticato la poesia nella forma più nobile. Benché attraverso le riscritture dell'opera l'autore venga influenzato, soprattutto dal discepolato petrarchesco, sul valore del volgare, egli mantiene immutata l'opinione e l'ammirazione verso la sua “prima fax”.