Abstract:
Alla luce dei risultati di eco-sostenibilità profondamente distanti registrati nelle capitali dei diversi Paesi dell'Unione Europea, desidero verificare fino a che punto la storia del Novecento del continente europeo possa spiegare tali differenze.
Nel primo capitolo della tesi, discuterò la teoria alla base del cosiddetto "modello nordico", inteso come sistema socio-economico capace di coniugare eccellenze economiche e ambientali nei Paesi del Nord Europa. Tale modello sarà confrontato con le politiche ambientali adottate dall'Unione Sovietica, caratterizzate spesso dallo sfruttamento non sostenibile delle risorse nelle sue Repubbliche. La ricostruzione del caso delle Repubbliche Baltiche, rimaste a lungo bloccate tra la fascinazione per il modello nordico e il peso del controllo sovietico, consentirà di focalizzare meglio le
differenze tra i due sistemi di governance ambientale.
Nel secondo capitolo, saranno presentate tre coppie di casi (Stoccolma e Copenhagen, Berlino e Sofia, Tallinn e Riga). Si seguirà lo sviluppo di queste sei città dall'inizio del Novecento fino al crollo dell'URSS, con particolare attenzione al grado di sensibilità mostrato nei confronti di variabili ambientali quali l'efficienza energetica degli edifici, i trasporti e la qualità dell'aria.
Nel terzo capitolo, la teoria discussa nei primi paragrafi sarà applicata ai sei casi, confrontando le ipotesi teoriche con i risultati ambientali effettivamente conseguiti dalle sei città. Si verificherà l'eccellenza ambientale di Stoccolma e Copenhagen (e quindi del modello nordico); si valuterà il peso dell'eredità ambientale comunista per la metà est di Berlino e per Sofia; si confronteranno infine Riga e Tallinn, per indagare come il dominio dell'URSS e la successiva transizione verso la democrazia e l'economia di mercato abbiano condizionato lo sviluppo urbano del Baltico.