Abstract:
Agli albori del XX secolo, il paese della non violenza intraprese una sempre più audace lotta per il conseguimento della propria indipendenza. In un contesto globalmente favorevole al processo di decolonizzazione, Jawaharlal Nehru, leader politico indiano, guidò il paese alla formazione di una propria identità nazionale e integrità territoriale, incappando, però, nell’opposizione del Portogallo, presente da oltre 450 anni nel subcontinente. Memore del glorioso passato, il Primo Ministro portoghese, Antonio de Oliveira Salazar, ostacolò l’annessione dei territori contesi all’India, rendendo sterili i tentativi di negoziazione avviati da New Delhi. Nel dicembre 1961, stremata da oltre un decennio di fallite trattative, l’India occupò militarmente Goa, ex-capitale dell’Estado da India, suscitando la disapprovazione di molte nazioni. In seno all’Onu, il supporto dell’Unione Sovietica e dei paesi afro-asiatici, e il loro crescente peso all’interno dell’Organizzazione, tuttavia, impedì l’imposizione di sanzioni all’India. Una volta sancita l’adesione dei territori lusitani allo Stato indiano, però, resta indubbia la peculiarità culturale e religiosa di Goa, epicentro della missione cristiana già dalla metà del Cinquecento.