Abstract:
Abstract
Beppe Ciardi (1875 – 1932) veneziano di nascita, trevigiano d’adozione, si contraddistingue all’interno del panorama artistico italiano del secolo scorso, per essere stato una delle figure più rappresentative della pittura di paesaggio.
Figlio di Guglielmo Ciardi e allievo di Ettore Tito all’Accademia delle Belle Arti di Venezia, Beppe non si lasciò affascinare dai movimenti d’avanguardia che si stavano affermando anche in laguna agli inizi del’900, preferendo volgere lo sguardo alla tradizione pittorica ottocentesca.
I soggetti dei suoi dipinti sono i luoghi a lui più cari: Venezia, la sua città natale, e la laguna, la campagna trevigiana e il Sile, l’altopiano di Asiago.
Ama coglierne gli angoli più suggestivi e solitari nel susseguirsi delle stagioni, concentrando l’attenzione sul rapporto tra l’uomo e il paesaggio.
Questo lavoro, in particolare, racconta l’amore di Beppe per la campagna trevigiana, dove la sua famiglia possedeva una casa nella quale si trasferì, lasciando Venezia e dove morì nel giugno del 1932.
Le sue tele sono paragonabili ad istantanee fotografiche che riportano l’osservatore ad un tempo ormai lontano e perduto, rappresentando un paesaggio ancora incontaminato e non ancora stravolto dal progresso industriale del secolo scorso.
La campagna trevigiana raccontata dall’artista parla dei suoi abitanti, dediti al lavoro dei campi e del rapporto tra il Sile e il territorio che attraversa, paragonandolo ad un silenzioso e fedele compagno che accompagna l’uomo in ogni stagione della sua vita.