Abstract:
Nel 1390, sotto il dominio di Gian Galeazzo Visconti, anche Lodi ebbe, come molte altre città, i suoi statuti rivisti e pubblicati per iniziativa e con l’approvazione del signore milanese, nell’ambito del tentativo visconteo di uniformare i territori controllati dal punto di vista legislativo. La tesi esamina, sullo sfondo della storia della città e della costruzione dello Stato milanese, questi statuti lodigiani trecenteschi, a noi giunti in due tarde copie manoscritte e due edizioni cinquecentesche. Analizzando il testo, emerge come, in questa stesura, le cariche politiche cittadine vengano ridotte a funzioni amministrative e di controllo, ma il resto delle norme conservi spesso una caratterizzazione locale, nella precisione delle indicazioni volte a mantenere l’ordine pubblico in città, regolare norme edilizie e commerciali o diritti e oneri famigliari, stabilire i rapporti col contado o le modalità di sfruttamento delle acque del canale Muzza, punire reati descritti con estrema precisione.