dc.contributor.advisor |
Cavezzali, Elisa |
it_IT |
dc.contributor.author |
Zanin, Sara <1989> |
it_IT |
dc.date.accessioned |
2014-02-05 |
it_IT |
dc.date.accessioned |
2014-03-29T10:44:09Z |
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dc.date.available |
2015-04-07T13:58:27Z |
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dc.date.issued |
2014-02-19 |
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dc.identifier.uri |
http://hdl.handle.net/10579/4238 |
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dc.description.abstract |
Quando ci si trova di fronte alla necessità, o volontà, di effettuare scelte finanziarie entrano in gioco diversi fattori tra loro contrapposti che bilanciati conducono a comportamenti che possono essere ottimali o meno. Secondo la teoria dell’utilità classica gli individui sono completamente razionali ed agiscono sempre cercando di massimizzare la loro utilità attesa.
Questa teoria, nata agli inizi degli anni settanta del secolo scorso, era costruita su alcuni presupposti che col passare del tempo non sono più sembrati così realistici. La perfetta razionalità dell’investitore, una delle colonne portanti della teoria classica, è stata messa in discussione da una nuova corrente di studi chiamata finanza comportamentale.
Questo nuovo filone di pensiero contrappone la teoria del prospetto alla teoria dell’utilità classica e dimostra come aspetti psicologici portino i soggetti a compiere scelte finanziarie non sempre ottimali. Si è cercato per tanto negli ultimi anni di contenere il proliferarsi di questi comportamenti non ottimali indagandone oltre che le cause anche le possibili soluzioni. Nuovi provvedimenti normativi e programmi di alfabetizzazione finanziaria sono stati predisposti per proteggere l’investitore e cercare di renderlo più attento e consapevole in materia finanziaria.
Questo lavoro sarà pertanto suddiviso in tre capitoli tra loro complementari.
Nel primo capitolo si farà un confronto tra i comportamenti ideali che gli investitori dovrebbero avere secondo la teoria classica e quelli che invece hanno in realtà. Questi modi di agire sono studiati dalla finanza comportamentale della quale verranno spiegati i concetti fondamentali e le più rilevanti teorie.
Nel secondo capitolo si studieranno i provvedimenti che sono stati messi in atto per cercare di alfabetizzare gli individui e cercare di non farli incorrere in comportamenti non ottimali.
Il terzo capitolo costituirà invece la parte empirica del lavoro. Verrà costruito un questionario ad hoc con il quale si cercherà di analizzare il comportamento dei soggetti nel prendere decisioni di carattere finanziario. Saranno formulate domande contenenti i principali errori evidenziati dalla finanza comportamentale e si studierà come e se le risposte date cambino in seguito alla spiegazione del comportamento corretto che il soggetto razionale dovrebbe tenere. L’obiettivo principale è quello di capire l’effettiva utilità dell’alfabetizzazione e dell'educazione finanziaria contro i comportamenti innati degli individui. |
it_IT |
dc.language.iso |
it |
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dc.publisher |
Università Ca' Foscari Venezia |
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dc.rights |
© Sara Zanin, 2014 |
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dc.title |
LE SCELTE FINANZIARIE: TRA FINANZA COMPORTAMENTALE ED ALFABETIZZAZIONE FINANZIARIA |
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dc.title.alternative |
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dc.type |
Master's Degree Thesis |
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dc.degree.name |
Amministrazione, finanza e controllo |
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dc.degree.level |
Laurea magistrale |
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dc.degree.grantor |
Dipartimento di Management |
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dc.description.academicyear |
2012/2013, sessione straordinaria |
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dc.rights.accessrights |
openAccess |
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dc.thesis.matricno |
821332 |
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dc.subject.miur |
SECS-P/06 ECONOMIA APPLICATA |
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dc.description.note |
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dc.degree.discipline |
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it_IT |
dc.contributor.co-advisor |
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it_IT |
dc.provenance.upload |
Sara Zanin (821332@stud.unive.it), 2014-02-05 |
it_IT |
dc.provenance.plagiarycheck |
Elisa Cavezzali (elisa.cavezzali@unive.it), 2014-02-17 |
it_IT |