Abstract:
Negli ultimi anni l’interesse per musica del grande compositore sovietico, e più tardi russo, Mojsej Weinberg (1919 - 1996) si è molto accentuato.
La tematica fondamentale e la missione della produzione di Weinberg sono la denuncia degli orrori dell’olocausto e della guerra, e il pianto per le migliaia di vittime innocenti delle perversioni della politica nel ventesimo secolo. Per il compositore non si tratta di una storia avulsa dalla realtà, ma di esperienzà personale. Alla biografia di Weinberg è dedicato il secondo capitolo della mia ricerca, che rivolge un’attenzione particolare a un aspetto della produzione del compositore non ancora riportato alla luce dai musicologi, e cioè la musica di Weinberg per il cinema di animazione.
Segue poi una dettagliata analisi musicale della colonna sonora composta da Weinberg per il film di animazione Le vacanze di Bonifacio (1965) e per le tre storie su Winnie Pooh (1969, 1971, 1972); a questi testi vengono applicati i metodi e i criteri di analisi normalmente utilizzati nello studio della musica classica.
Infine, allargando e situando nel contesto storico la descrizione della vita e opere di Weinberg, ho delineato gli inizi e i primi sviluppi della collaborazione, divenuta tradizionale, fra compositori e registi di cartoni animati (ad esempio, Šostakovič e Cechanovskij), e illustrato la musica per il cinema di animazione composta da autori d’avanguardia come Alfred Schnittke e Sof’ja Gubajdullina. Il potere non gradiva né Weinberg, né i giovani compositori d’avanguardia, e tutti furono accomunati da una identica pressione da parte della censura.
La musica per il cinema non era sottoposta al controllo dell’Associazione dei compositori sovietici, – l’ente che vigilava sul rispetto della linea imposta dal Partito nell’ambito della cultura musicale – e per questa ragione i compositori ‘in disgrazia’ potevano trovarvi rifugio nell’ambito della musica applicata.
I risultati dell’analisi musicale confermano che, nel comporre musica ‘applicata’, i compositori rimanevano fedeli alla propria tecnica di scrittura e al proprio linguaggio musicale, dimostrando come il concetto di musica applicata non si identifichi con quello di musica di ‘qualità inferiore’.