Abstract:
Il sistema scolastico della Repubblica Popolare Cinese (RPC) è il più grande al mondo e, nonostante il tasso di alfabetizzazione sia attualmente pari al 94%, il problema della qualità dell’istruzione ricevuta dai ragazzi nelle scuole di campagna, e più in generale dai figli dei residenti rurali (sia che si tratti di immigrati, sia che si tratti di lavoratori locali), è uno dei temi più discussi nell'ambito del dibattito sui dilemmi della Cina moderna.
Sin dagli anni della sua fondazione, la RPC ha cercato di promuovere la costruzione di un sistema educativo egualitario, ma la crescita economica era stata insufficiente e la maggior parte dei fondi fu destinata alle scuole di prim'ordine situate nelle maggiori città, inasprendo il gap urbano-rurale in ambito educativo. I primi veri miglioramenti si resero tangibili solo nel contesto della Rivoluzione Culturale, quando il fulcro delle politiche sociali divennero le classi povere e gli emarginati. L'ascesa al potere di Deng Xiaoping e il passaggio da un'economia pianificata a una indirizzata al mercato segnò, tuttavia, un'inversione di marcia nell'ambito degli obiettivi del sistema educativo cinese e l'inizio di una nuova fase di discriminazioni per i figli delle famiglie meno abbienti.
Gli obiettivi di questo lavoro sono: capire i meccanismi economici e istituzionali che ostacolano l’accesso all’istruzione per i ragazzi delle aree rurali; analizzare l’impatto delle differenze culturali sull’istruzione dei ragazzi più poveri delle zone prese in esame (con specifico riferimento alle discriminazioni di genere e all’educazione scolastica per gli studenti di origine etnica); approfondire l’effetto della migrazione interna sull’istruzione dei figli dei migranti rurali. La tesi si articola in tre capitoli: il primo è relativo all’epoca della Cina maoista; il secondo al periodo dell’ascesa di Deng Xiaoping e ai vent’anni di crescita economica che ne sono conseguiti; l’ultimo agli sviluppi degli ultimi dieci anni e alle prospettive per il futuro.
