Abstract:
La gestione degli edifici sacri di antico pregio è diventata negli ultimi decenni una fonte di crescente preoccupazione per le autorità religiose e le comunità ad essi afferenti, soprattutto da quando questi spazi sono diventati, da un lato, oggetto di interesse da parte di nuove tipologie di frequentatori, dall'altro, luoghi di cui è sempre più difficile garantire una adeguata manutenzione. Studiosi, visitatori e operatori turistici stanno relegando in posizione di minoranza numerica i tradizionali stakeholder (fedeli e religiosi), costretti ad una profonda riflessione in merito ai modi dell'accessibilità e dell'utilizzo degli spazi sacri di interesse storico-artistico di fronte all'incombere di nuove esigenze di fruizione e a considerare l'eventualità di intraprendere inedite azioni di apertura, di dialogo e di conciliazione con altri stakeholder. Un'appropriata gestione dell'accoglienza di nuovi pubblici negli edifici di culto storici è tutt'ora in via di sperimentazione. Il presente lavoro approfondisce l'esperienza di gestione di Chorus, un'organizzazione laica senza scopo di lucro che dal 1998 gestisce l'apertura di una serie di chiese storiche veneziane attivando diverse iniziative.