Abstract:
Questo scritto tratta le condizioni lavorative, previdenziali e fiscali a cui sono sottoposti gli italiani che svolgono un’attività lavorativa dipendente in Svizzera.
Dopo aver dato una definizione, la più esaustivo possibile del termine “frontaliero”, vengono forniti dei cenni storici sul fenomeno.
Successivamente sono stati discussi i principali ammortizzatori sociali destinati ai lavoratori in questione e la loro evoluzione nel corso degli anni, ponendo particolare attenzione ai cambiamenti subiti dagli stessi in seguito all’entrata in vigore degli Accordi Bilaterali tra Confederazione svizzera ed Unione Europea. Di questo pacchetto di accordi fa parte anche l’Accordo sulla libera circolazione delle persone il quale ha comportato il mutamento dello statuto di frontaliero stesso.
L’Accordo italo-svizzero in materia di frontalierato è parte integrante della Convenzione di doppia imposizione vigente tra i due Paesi. Lo scopo della tesi è dimostrare che il trattamento fiscale dei frontalieri, favorevole all’Italia, è stato “il prezzo pagato dalla Svizzera” per poter beneficiare di una CDI che non prevede scambio di informazioni. Ora però sia l’OCSE che l’UE chiedono alla Confederazione di rinegoziare le CDI inserendovi l’articolo 27 del Modello OCSE, il quale prevede invece che la Svizzera, in taluni casi e a certe condizioni, conceda informazioni. In conclusione si cerca di capire se in seguito all’adeguamento della CDI italo-svizzera agli standard stabiliti dall’OCSE, possa ancora sopravvivere l’Accordo sui frontalieri.