Abstract:
L'intento di questa tesi è analizzare e approfondire il tema delle politiche varate dal governo centrale cinese nei confronti delle minoranze etniche dalla fondazione della Repubblica Popolare Cinese nel 1949 fino ad oggi.
Ho ritenuto necessario iniziare con una premessa sui termini che ricorrono con maggiore frequenza nel corso della trattazione: "etnia" e "minoranza". Sono termini il cui impiego è diffusissimo nel linguaggio comune ma sono anche dei termini tecnici socio-antropologici portatori di significati complessi i quali, se non compresi correttamente, possono essere facilmente fraintesi e strumentalizzati. Concluderà la premessa un piccolo paragrafo relativo ai termini cinesi minzu, shaoshu minzu e zhonghua minzu che significano rispettivamente "etnia", "minoranza etnica" e "nazione cinese".
Nel primo capitolo, viene analizzato il periodo maoista (dal 1949 al 1976) e il modo in cui la politica relativa alla questione delle minoranze etniche venne impostata durante le diverse fasi storiche attraversate dalla Cina a partire dalla nascita della Repubblica Popolare Cinese fino alla morte del suo Timoniere. Le fasi storiche in cui ho suddiviso l'analisi di questo trentennio sono tre: la prima copre i primissimi anni di vita della RPC dal 1949 al 1954, la seconda va dal 1954 al 1957 e la terza riguarda gli anni dal 1957 al 1976.
L'analisi di questo periodo storico è stata condotta attraverso lo studio dei testi delle varie leggi e Costituzioni promulgate a quei tempi e del pensiero del Presidente Mao.
Successivamente, un paragrafo è dedicato al tema della categorizzazione etnica, ovvero di come si sia arrivati in Cina al riconoscimento delle 55 minoranze ufficialmente riconosciute dal governo. Il fulcro dell'analisi sulla categorizzazione etnica è il "Progetto di Classificazione Etnica": una serie di spedizioni iniziate negli anni cinquanta che impegnò etnologi e linguisti nel compito di determinare, una volta per tutte, la precisa composizione etnica della Cina.
Il secondo capitolo è dedicato alle politiche nei confronti delle minoranze etniche intraprese dalla fine degli anni settanta all'inizio degli anni novanta. Con Deng Xiaoping alla sua guida, il governo cinese perseguì una politica liberale non solo dal punto di visto economico e politico ma anche nei confronti delle minoranze etniche nazionali, riprendendo nei loro confronti la linea politica moderata precedentemente perseguita dal 1949 al 1957. Questi anni di grande cambiamento, conosciuti anche come "decennio delle riforme" furono testimoni, nel 1982, della promulgazione della Carta Costituzionale ancora oggi vigente e di altre importanti leggi fra cui la Legge sull'Autonomia Regionale Nazionale e la Legge Elettorale della RPC.
Il secondo paragrafo tratterà la tesi sul modello di "unità pluralistica" della nazione cinese, presentata nel 1988 dall'antropologo Fei Xiaotong. Questa tesi fornisce un'argomentazione scientifica alla posizione sostenuta del governo comunista sin dalla nascita della RPC secondo cui la Cina è "uno Stato unitario multietnico".
Nel terzo ed ultimo capitolo si parlerà della situazione odierna analizzando, prima di tutto, quali sono le 55 minoranze etniche e come sono distribuite su tutto il territorio nazionale.
Il secondo paragrafo affronterà il quadro politico e legislativo analizzando i più recenti emendamenti apportati nel 2004 alla Costituzione del 1982 e alla Legge Elettorale e nel 2001 alla Legge sull'Autonomia Regionale Nazionale. L'analisi si sposterà infine sui tre "white paper" pubblicati dall'Ufficio Informazioni del Consiglio degli Affari di Stato relativamente al tema delle minoranze etniche.