dc.contributor.advisor |
Zilio Grandi, Gaetano |
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dc.contributor.author |
Penacchio, Andrea <1989> |
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dc.date.accessioned |
2013-10-08 |
it_IT |
dc.date.accessioned |
2013-12-03T12:15:42Z |
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dc.date.available |
2015-01-17T09:36:11Z |
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dc.date.issued |
2013-10-22 |
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dc.identifier.uri |
http://hdl.handle.net/10579/3590 |
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dc.description.abstract |
La tesi studia le caratteristiche di una misura di reddito minimo garantito. È divisa in cinque capitoli, in ognuno dei quali verranno analizzate, da un livello più generale, fino ad uno più specifico, le particolarità di uno schema di questo tipo nel contesto di un generale sistema di welfare.
Il primo capitolo ha lo scopo di analizzare la definizione di reddito minimo garantito, delineare i suoi confini e le principali differenze con misure similari (reddito di cittadinanza, reddito universale, salario minimo, ecc..) oltre che a capire dove e come è nata questa idea e le applicazioni che ha avuto nei decenni passati.
Nel secondo capitolo si esaminano le definizioni di reddito minimo garantito a livello di Unione Europea, all'interno dei Trattati e delle Carte internazionali. Si portano ad esempio le strutture e gli schemi assistenzialistici di alcuni tra i maggiori Stati europei che già hanno introdotto il reddito minimo all'interno dei propri confini, cercando di esprimere un giudizio positivo o negativo (rimanendo al contempo il più possibile oggettivi) sul loro funzionamento a fronte di un cambiamento della società e del lavoro.
Si passa successivamente ad uno studio più specifico del caso italiano, le esperienze fallimentari a livello nazionale e quelle più o meno positive a livello regionale. Quali hanno funzionato, quali no e per quale motivo?
Nel quarto capitolo si affronta invece un'analisi della trasformazione del lavoro e della società. Negli ultimi decenni, con lo sviluppo delle tecnologie, dell'informatizzazione e della globalizzazione e a causa delle crisi economiche e sociali, il fenomeno della disoccupazione e della precarietà ha preso sempre più piede. Cambiano i lavori ma soprattutto cambiano i loro contenuti; non esiste più un "luogo" di lavoro come era la fabbrica nell'epoca fordista e il tempo non può essere più utilizzato come unità di misura per la sua valutazione economica. Il reddito minimo può essere una risposta a questi cambiamenti.
Nell'ultimo capitolo, infine, vengono presentate alcune proposte per l'introduzione di uno schema di reddito minimo garantito in Italia. Vengono definiti i criteri più importanti per poter valutare una misura di questo tipo, cercando di capire se sia davvero possibile una sua attuazione nel nostro Paese e in quale maniera.
Lo studio realizzato in questa tesi si avvale di importanti contributi di alcuni fra i più esperti studiosi del reddito minimo garantito sia a livello nazionale (BIN Italia) che a livello internazionale (BIEN). |
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dc.language.iso |
it |
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dc.publisher |
Università Ca' Foscari Venezia |
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dc.rights |
© Andrea Penacchio, 2013 |
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dc.title |
Il reddito minimo garantito per un nuovo welfare |
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dc.title.alternative |
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dc.type |
Master's Degree Thesis |
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dc.degree.name |
Economia - economics |
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dc.degree.level |
Laurea magistrale |
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dc.degree.grantor |
Dipartimento di Economia |
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dc.description.academicyear |
2012/2013, sessione autunnale |
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dc.rights.accessrights |
openAccess |
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dc.thesis.matricno |
839893 |
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dc.subject.miur |
IUS/07 DIRITTO DEL LAVORO |
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dc.description.note |
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dc.degree.discipline |
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dc.contributor.co-advisor |
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dc.provenance.upload |
Andrea Penacchio (839893@stud.unive.it), 2013-10-08 |
it_IT |
dc.provenance.plagiarycheck |
Gaetano Zilio Grandi (ziliogra@unive.it), 2013-10-21 |
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